Abbracci e carezze: nelle Rsa tornano i familiari

Tornare a riabbracciarsi. Mercoledì pomeriggio alla Rsa Fondazione Casa di Dio in via Vittorio Emanule II i familiari hanno potuto rivedere i proprio cari senza barriere che li dividessero.

«Un altro passo avanti verso la normalità, importante per tutti. Finalmente familiari e anziani hanno la possibilità di esprimere concretamente il loro affetto». Stefania Mosconi, direttrice di Casa di Dio, non nasconde certo la soddisfazione per la novità. Anche le altre tre strutture della Fondazione riapriranno alle visite nei prossimi giorni.

Il problema delle Rsa, una volta sistemati protocolli, spazi e percorsi, era avere disponibili familiari nella condizione di prenotarsi. Con l’andare dei giorni - e il moltiplicarsi degli immunizzati - la platea si allargherà.

Martedì la Fondazione ha messo a punto il Patto di condivisione del rischio, sottoscritto dai familiari degli utenti (sono 130 in via Vittorio Emanuele). Da una parte è sacrosanto riaprire (le Rsa bresciane sono state fra le prime ad insistere in tal senso e a proporre norme di sicurezza condivise), dall’altra è necessario continuare a tutelare la salute.

A Casa di Dio - per chi non rientra nelle tre condizioni possibili per la presenza - continuerà ad esserci la possibilità di incontrare il parente ospite nella grande stanza con le barriere in plexiglass.

Dal primo giugno, spiega Laura Maffeis, coordinatrice dei servizi di animazione, «incontri in sicurezza potranno avvenire anche in giardino». Una terza modalità, dunque. In questo anno e mezzo di aperture e chiusure, commenta il direttore sanitario Corrado Carabellese, «ci siamo accorti di quanto siano utili le nostre attività agli anziani. La sofferenza, l’isolamento, la lontananza dai parenti ha nuociuto molto, facendoli regredire. Ora tornano ad avere la speranza di una vita migliore per loro e per i loro familiari». Un sorriso, uno sguardo negli occhi, una carezza. Balsamo.