A Brescia il business dell’ecomafia mette a segno un reato ogni 30 ore

A Verolanuova da un mese si scava per rintracciare le discariche abusive: tre i sigilli, Procura in campo
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ECOMAFIE: UN REATO OGNI TRENTA ORE
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Tre ottobre 2023, Verolanuova: Arpa, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza scavano in lungo e in largo, a metri e metri di profondità, per ore. Quel che trovano è un quantitativo talmente grande di amianto e di rifiuti tossico-nocivi che un giorno solo per circoscrivere l’area non basta.

E non basta perché è chiaro che si deve iniziare a parlare al plurale: i campi e le zone in cui sono stati interrati gli scarti pericolosi creando un teorema di discariche abusive sono tanti. Quanti? Martedì 28 novembre 2023: una mappa definitiva ancora non c’è. L’attività è tuttora in corso, con scavi a campione. Il fascicolo è in Procura, sopra un plico di indagini per reati ambientali che, nella nostra provincia, continua a crescere. A dare un ordine di grandezza del fenomeno ci pensa Legambiente: a Brescia il business dell’ecomafia mette a segno un reato ogni 30 ore, dieci nell’arco di una settimana, oltre 500 all’anno.

Giro d’affari

Il costante oltraggio al nostro territorio consegna alla nostra provincia il podio regionale per gli abusi che riguardano rifiuti, cemento, incendi e illeciti contro la fauna. Ma dal quadro descritto nel rapporto «Criminalità ambientale in Lombardia 2023» - realizzato da Legambiente e Cross e presentato ieri mattina a Milano - emerge in modo cristallino come sia l’intera Lombardia ad avere un problema con la criminalità ambientale: la nostra regione si tiene infatti stretto il primato dell’illegalità del nord Italia, piazzandosi sesta nella classifica nazionale della criminalità, che concentra qui il 7,1% dei reati commessi in Italia.

Fabio Bottero, Fabio Cambielli, Sergio Cannavò - © www.giornaledibrescia.it
Fabio Bottero, Fabio Cambielli, Sergio Cannavò - © www.giornaledibrescia.it

«Il rapporto - sono le parole del direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia, Fabio Cambielli - testimonia, ancora una volta, la persistenza dei reati contro l’ambiente». L’unica eccezione riguarda l’abbandono di rifiuti, che viene sempre più stanata grazie all’attività di sorveglianza con i droni e i dati satellitari, sperimentata anche a Brescia, mettendo sull’attenti chi finora pensava di farla franca facilmente: «Le azioni preventive e repressive messe in campo, anche grazie alla sinergia fra Arpa e forze dell’ordine, hanno ridotto del 33% le condotte illecite nell’ambito del ciclo dei rifiuti» conferma Cambielli.

Diverso è invece il caso del traffico illecito, «che rappresenta il vero business dei rifiuti, ovvero il guadagno facile prodotto dal loro mancato trattamento, che sfocia in incendi dolosi». Basti pensare che un traffico illecito di scarti può fruttare al semplice trasportatore ben 1.500 euro al giorno. E non a caso il ciclo dei roghi rimane sotto la lente di ingrandimento: quasi sempre il fuoco è lo snodo finale di una strategia criminale. A Brescia, nel solo 2022, per questo filone si sono registrati 106 reati e sono state tredici le persone denunciate.

Amianto

Sul fronte rifiuti sono due i casi bresciani più eclatanti. Il primo risale a marzo dell’anno scorso (a Brescia in via Rose) e a portarlo alla luce sono stati proprio i droni. Il secondo è appunto quello che vede ancora i fari puntati su Verolanuova, dove - grazie ad una segnalazione - stanno via via emergendo una serie di discariche stracolme di amianto e fanghi. Al momento sono state sequestrate due proprietà per «interramento di rifiuti contenenti amianto».

Ma i sigilli sono stati apposti anche all’interno di un’area poi venduta: a insaputa dell’attuale proprietario lì erano stati seppelliti scarti tossico-nocivi provenienti dall’ex conceria. E - assicurano i tecnici dell’Arpa - «a Verolanuova l’attività di indagine sarà ancora lunga».

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