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Tragedia di Los Roques, i figli dei coniugi Foresti: «Doloroso non avere una tomba per mamma e papà»

Il 4 gennaio del 2013 l’aereo su cui viaggiavano Guido Foresti e di Elda Scalvenzi di Pralboino si inabissò in Venezuela
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10 ANNI DA LOS ROQUES
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La speranza era svanita praticamente subito. Già quando la notizia era arrivata in Italia dall’altra parte del mondo. «Quando ti dicono che un aereo è scomparso dai radar capisci immediatamente che non c’è più nulla da fare. Su quell’aereo c’erano i miei genitori. E la vita mia e di mio fratello è cambiata da un giorno all’altro» racconta Pietro.

È il figlio maggiore di Guido Foresti e di Elda Scalvenzi, la coppia bresciana di Pralboino che il 4 gennaio 2013 era a bordo del piccolo velivolo caduto nell’oceano lungo la tratta Los Roques Caracas. Con i coniugi in quella vacanza venezuelana finita in tragedia e su quel maledetto volo, anche gli amici di sempre Vittorio Missoni, figlio del grande stilista Ottavio, e la compagna Maurizia Castiglioni. Solo il corpo di quest’ultima è stato identificato insieme a quello del pilota. Per gli altri, ogni ricerca è risultata vana.

«Il ricordo che ho dentro dei miei genitori potrebbe anche bastare. Dispiace però non avere una tomba, un luogo fisico, dove piangere mamma e papà» ammette Pietro. Aveva 20 anni il giorno della tragedia, mentre suo fratello Cesare era ancora minorenne e a 16 anni è stato travolto probabilmente più di tutti dal peso della perdita dei genitori. «Diciamo che da adolescenti siamo diventati entrambi uomini molto presto. Da ragazzi siamo stati costretti a crescere in fretta. Io ho iniziato a lavorare subito grazie all’aiuto delle persone delle quali si era circondato in azienda papà. L’anno scorso ha cominciato anche mio fratello» spiega Pietro.

La passione per i motori

Cesare e Pietro Foresti, immortalati a bordo dell’auto del padre: una Bugatti T37 A del 1927 - © www.giornaledibrescia.it
Cesare e Pietro Foresti, immortalati a bordo dell’auto del padre: una Bugatti T37 A del 1927 - © www.giornaledibrescia.it

Entrambi i ragazzi hanno ereditato dal padre la passione per i motori e le auto d’epoca. Guido e il figlio maggiore avevano corso insieme la Mille Miglia del 2012. «Era stato bellissimo. Ho dei ricordi fantastici anche perché credo sia unico poter condividere con un genitore la stessa passione». Dieci anni dopo, lo scorso giugno, Cesare e Pietro hanno trovato la forza di salire sulla Bugatti azzurra che porta ancora il nome del padre sulla carrozzeria e di affrontare la corsa più bella del mondo. Insieme, fianco a fianco per la prima volta, nel ricordo del papà. «Avevo sentito i miei genitori poche ore prima dell’incidente. Con il fuso orario era ancora il 3 gennaio. Poi più nulla».

Un silenzio assordante

L’imprenditore Guido Foresti nel 2012 durante la sua ultima Mille Miglia, corsa insieme al figlio maggiore - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’imprenditore Guido Foresti nel 2012 durante la sua ultima Mille Miglia, corsa insieme al figlio maggiore - Foto © www.giornaledibrescia.it

Nel corso del 2013 c’è stata prima l’individuazione del rottame e poi il recupero della fusoliera del bimotore. Ma dei corpi dei coniugi Foresti non c’è mai stata traccia e una identificazione certa. «Fin da subito ho capito che era inutile fantasticare. Su un areo caduto in mare non li avrebbero mai trovati vivi. Io e mio fratello abbiamo fatto i conti subito con la cruda realtà». Con una quotidianità senza mamma e papà e con un dolore che non può e potrà mai venire meno. «Sono passati dieci anni e siamo andati avanti. I momenti difficili ci sono stati, ma siamo qui» dice Pietro Foresti.

«La prima cosa che mi viene in mente pensando a mio padre? Sono troppi i pensieri, faccio fatica» spiega con un filo di commozione nascosto da una risata. «Mia mamma? Ricordo il suo grande affetto. E poi la mamma è sempre la mamma». Silenzio, attimo di pausa quasi a cercare dentro la voce. «Se oggi io e mio fratello siamo quelli che siamo, con i nostri caratteri e anche i nostri difetti, lo dobbiamo a loro. Ai nostri genitori che non ci sono più da dieci anni».

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