I fratelli Foresti e la Mille Miglia in ricordo del padre: «Corre con noi sulla sua Bugatti»

A 9 anni dalla tragedia tra Los Roques e Caracas in cui morì Guido Foresti, i figli Pietro e Cesare onorano la sua passione
Cesare e Pietro Foresti, immortalati a bordo dell’auto del padre: una Bugatti T37 A del 1927 - © www.giornaledibrescia.it
Cesare e Pietro Foresti, immortalati a bordo dell’auto del padre: una Bugatti T37 A del 1927 - © www.giornaledibrescia.it
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Solo loro sanno le emozioni che stanno provando. Le tengono dentro, come hanno fatto in questi anni, con il dolore che non passa e non passerà mai. Dietro al sorriso sfoggiato come un marchio di fabbrica, c’è un velo di malinconia. Non può che essere così, per chi è stato costretto a crescere troppo in fretta.

Per Pietro e Cesare Foresti la Mille Miglia non è una semplice gara, e nemmeno una sfilata su quattro ruote attraverso gli scorci più belli del Paese. È un viaggio nei ricordi di famiglia. Di quella famiglia spezzata da una tragedia nei cieli tra Los Roques e Caracas, il 3 gennaio del 2013.

Il ricordo

Sull’auto numero 24 che sta percorrendo l’Italia ci sono i due figli di Guido Foresti ed Elda Scalvenzi, morti con gli amici Vittorio Missoni e Maurizia Castiglioni sul piccolo velivolo scomparso dai radar durante una vacanza in Sudamerica. Pietro e Cesare avevano 21 e 16 anni all’epoca, ed erano rimasti a casa a Pralboino, dove la notizia arrivò con l’effetto di uno tsunami.

I nomi sulla livrea sono rimasti gli stessi, anche dopo il restauro: l'inziale di Guido lascia il segno, per sempre - © www.giornaledibrescia.it
I nomi sulla livrea sono rimasti gli stessi, anche dopo il restauro: l'inziale di Guido lascia il segno, per sempre - © www.giornaledibrescia.it

Le speranze lasciarono ben presto spazio alla disperazione. I parenti si strinsero attorno ai due ragazzi, proteggendoli. Loro, che non hanno mai parlato pubblicamente della tragedia, oggi sono uomini e per la prima volta dopo nove anni hanno deciso di iscriversi alla Corsa più bella del mondo, che era un’autentica tradizione per la famiglia Foresti. E oggi torna a esserlo. «Corriamo nel nome e nel ricordo di papà» raccontano Cesare e Pietro. Il primo, il più giovane, al volante, il secondo come navigatore.

Su quella Bugatti T37 A del 1927, naturalmente di color «azzurro Bugatti», che Guido Foresti utilizzava in ogni edizione della Freccia Rossa. Fino al 2012, l’ultima alla quale ha preso parte. «E con lui c’ero io» ricorda Pietro, che dei due figli è quello che più assomiglia al padre. «Era stata una grande emozione» . Sulla vettura sono rimasti i nomi di allora: Foresti G. - Foresti P.

Passione condivisa

L'imprenditore di Pralboino ha sempre amato la Freccia Rossa e le auto d'epoca
L'imprenditore di Pralboino ha sempre amato la Freccia Rossa e le auto d'epoca

«Abbiamo deciso di mettere a posto l’auto e ci siamo iscritti. Per la prima volta dopo l’incidente del 2013 e per la prima volta insieme» spiegano i due fratelli. «La crescente passione per i motori di Cesare ha fatto il resto» svela Pietro. «Diciamo che porto avanti la passione di papà e, dopo aver fatto altre gare, volevo correre la Mille Miglia» aggiunge Cesare.

E la mente torna agli anni scorsi, quando i due giovani davanti alla tv vedevano gli amici del padre, iscritti alla scuderia Brescia corse, prendere parte alla Freccia Rossa con un adesivo attaccato sulla portiera delle loro auto. «Guido corre con noi», per non dimenticare e allo stesso tempo per alimentare la speranza in un miracolo mai avvenuto. «Emotivamente vedere quelle scene in tv era qualcosa di forte. Come ogni volta che parliamo dei nostri genitori. E come quando corriamo questa gara che ha sempre fatto papà» spiega Pietro.

«Il mondo delle auto storiche - aggiunge il figlio maggiore di Guido Foresti - ci ha sempre voluto molto bene ed è stato sempre vicino alla nostra famiglia». E dopo nove anni il nome Foresti torna a essere legato alla Mille Miglia, a quella passione che Guido ha trasmesso ai figli. Per sempre.

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