Pinky sul red carpet di Venezia, splendente di forza e rinascita
Su quella passerella, su quel tappeto rosso tra centinaia di flash, tutti sognano di salire almeno una volta. Non è facile: ci vanno i premi Oscar, le donne più belle al mondo, gli artisti di Hollywood. Ma, a volte, ci sale anche chi ha qualcosa da dire o da testimoniare con la propria vita. Perché non serve aver studiato recitazione negli Stati Uniti o avere cognomi famosi come Pitt o Cruz, Di Caprio o Jolie per calcare il red carpet di Venezia. Ci sono storie che, seppur tristi e tragiche, hanno diritto di essere messe sotto i riflettori per il loro valore sociale.
Ne è un esempio «Matrimoni forzati», il docufilm presentato al Festival del cinema di Venezia: racconta il dramma delle nozze combinate, con il coraggio di farlo in un periodo in cui dall’Afghanistan arrivano immagini di donne prese a bastonate, che non possono seguire le lezioni all’università nella stessa aula dei compagni. Nelle settimane in cui, in Italia, si sta cercando il corpo di Saman Abbas, la diciottenne pachistana uccisa dai familiari per essersi ribellata a un’unione combinata. Un documentario che parla molto bresciano. Sia nei protagonisti, sia nelle storie ma anche nelle idee e nelle volontà.
Perché sul red carpet in Laguna, a presentare quel lavoro, insieme all’artista Jo Squillo e alla giornalista Francesca Carollo c’era anche Parvinder Aoulakh, «Pinky». A produrlo è la Wall of dolls onlus, l’associazione che si batte contro i femminicidi di cui Pinky è una delle esponenti principali, il riferimento per la sezione bresciana. La produzione racconta tre storie: la prima è di Pinky, trentenne di origini indiane data alle fiamme dal marito, nel novembre 2015 a Dello, perché rifiutava di sottomettersi, perché non poteva accettare le violenze su se stessa e i suoi bambini. Lei è una delle poche che ce l’ha fatta: una sofferenza enorme l’ha portata a essere la donna forte, non solo in apparenza come lei dice, ed emancipata che è oggi, con un lavoro in Confagricoltura Brescia e un ruolo cruciale di esempio.Esattamente come fa in «Matrimoni forzati». Pinky, con Jo Squillo e la Carollo, giovedì scorso è salita sul red carpet indossando uno scintillante abito indiano che ne valorizzava la figura e la bellezza, donatole da un amico stilista di Brescia. «È stato incredibile, ancora non mi rendo conto che è tutto vero - ci dice -: i fotografi continuavano a chiamarmi, dicevano il mio nome e mi chiedevano di sorridere. Un’intera giornata da sogno conclusa con un giro notturno a Venezia in taxi, prima di andare in stazione e tornare alla vita reale: non l’avevo mai vista». Pinky, sulla passerella, stringeva forte le mani delle sue compagne; un modo per farsi coraggio, per affrontare situazioni inaspettate e aiutarsi a superare le difficoltà della vita, qualsiasi esse siano.
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