Bassa

Omicidio Desirée, Nico: «Analizzate le tracce trovate 17 anni fa»

Parla uno dei condannati per il delitto della 14enne: «Resto a Leno perché ho la coscienza pulita»
"IO IN CARCERE DA INNOCENTE"
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È l’unico dei condannati a non aver lasciato Leno. «Perché ho la coscienza pulita e non devo scappare. Potevo andare a vivere in Veneto e invece sono ancora qui» racconta oggi a distanza di quasi 17 anni da quel 28 settembre che ha cambiato la vita di tutti i protagonisti di una vicenda di cronaca in cerca di un pezzo di verità forse mancante.

Nico aveva 16 anni nel 2002 quando finì in carcere con l’accusa di aver partecipato al delitto di Desirée Piovanelli, amica e coetanea. «Di me non hanno mai trovato una sola traccia sul luogo del delitto. Nemmeno un capello».

È scritto anche nelle carte dell’inchiesta. Così come è nero su bianco, a firma dei Ris di Parma, che due tracce biologiche vennero isolate, ma mai associate a dna. Sul giubbino che indossava Desirée e su un fazzoletto ritrovato nei locali della Cascina Ermengarda, teatro del delitto. «Ed è da 17 anni che mi chiedo perché non le abbiano mai analizzate. Non c’erano gli strumenti? Ora ci sono e spero che finalmente venga detto a chi appartengono».

 

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