Bassa

Nuove bombe atomiche a Ghedi, gli Usa accelerano: «Entro il 2022»

Mentre i Tornado partecipavano all'esercitazione nucleare Nato «Steadfast Noon», a Bruxelles l’annuncio dell'invio anticipato delle B61-12
Tornado del 6° Stormo rischierati per un’esercitazione Nato - © Foto Pubblica Informazione 6° Stormo / Aeronautica Militare
Tornado del 6° Stormo rischierati per un’esercitazione Nato - © Foto Pubblica Informazione 6° Stormo / Aeronautica Militare
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L’orologio dell’Apocalisse segna un minuto e quaranta secondi dalla mezzanotte nucleare. Così dal 2020, ma l’escalation di tensione internazionale rende netto il ticchettio di quel «Doomsday Clock» voluto dagli scienziati del Manhattan Project, l’incubatore delle due prime bombe atomiche. Un contesto in cui pare, purtroppo, pienamente calato anche il Bresciano, interessato nelle ultime ore da più notizie che lo confermano. Su tutte l’imminente arrivo di nuove atomiche americane, destinate a sostituire quelle già presenti nell’ambito degli accordi Nato, con un’accelerazione di svariati mesi sui tempi previsti.

Le atomiche e Ghedi

A legare la crisi internazionale alla nostra provincia è in particolare la presenza della base dell’Aeronautica Militare di Ghedi, una delle sei europee in cui, secondo un rapporto della Federation of American Scientist pubblicato a metà ottobre, sono tuttora custoditi circa 100 ordigni nucleari B61, versioni 3 e 4, tutti statunitensi, messi a disposizione delle varie forze aeree dell’Alleanza Atlantica.

Quindici sarebbero materialmente nella sede dei Diavoli Rossi, dove la capienza totale di 44 bombe, non è stata variata dai recenti lavori di riqualificazione per l’arrivo degli F35, gli aerei destinati a sostituire i Tornado, i cui primi esemplari sono già stati consegnati al 6° Stormo.

Che la presenza delle atomiche non sia destinata a ridursi a Ghedi, viene sempre dall’analisi di Hans Kristensen, responsabile del progetto di informazione sul nucleare della Fas. Il quale, partendo da alcune immagini satellitari, conferma oltre all’ampliamento degli edifici destinati al 704th Munitions Maintenance Squadron, il reparto cui è affidata la custodia delle bombe nucleari, anche l’introduzione di un nuovo perimetro ad elevata sicurezza a ridosso della zona in cui sarebbe riposto l’armamento «di deterrenza».

Un’immagine satellitare di Ghedi rivela nuovi edifici e perimetri - Foto tratta dal sito Fas.org
Un’immagine satellitare di Ghedi rivela nuovi edifici e perimetri - Foto tratta dal sito Fas.org

Le nuove B61-12 - medesimo potenziale delle B61-3/4, circa 50 chilotoni (tre volte la bomba di Hiroshima), maggior precisione -, erano attese per la prossima primavera: dovrebbero invece giungere in Europa molto prima. Già nel 2022: un’accelerazione che pare dettata dall’acuirsi della minaccia atomica sull’asse Mosca-Washington via Kiev, almeno per gli analisti di Politico, la testata americana che ha intercettato un cablogramma riservato del Pentagono.

La Difesa Usa ha negato ogni correlazione con le vicende dell’Est Europa, ma anche per Tom Collina del gruppo per il disarmo Ploughshares Fund, si tratterebbe come minimo di un tentativo degli Usa di rassicurare gli alleati europei più esposti alla minaccia atomica russa. Ai quali la novità sarebbe stata comunicata al recente vertice Nato dei ministri degli Esteri di Bruxelles.

Mezzogiorno costante

Tra le bombe in arrivo, le prime in consegna a dicembre, vi sarebbero anche quelle per Ghedi. Non stupisce quindi che ci fossero anche tre Tornado bresciani sulla base olandese di Volkel all’annuale esercitazione nucleare Nato «Steadfast Noon» («Mezzogiorno costante»), che proprio lo scorso anno era stata ospitata dall'aeroporto militare della nostra Bassa.

Dai Paesi Bassi, i cacciabombardieri del 6° Stormo (codice identificativo «Devil») hanno volato simulando attacchi atomici al Regno Unito, come documentato anche dalla rivista specializzata The Aviationist. La fine delle operazioni, avviate il 17 ottobre col coinvolgimento di 14 Paesi, risale solo all’altroieri. Il tutto mentre anche Mosca mostra i muscoli atomici. A riprova del fatto che quei cento secondi dalla mezzanotte nucleare sono davvero pochi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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