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«La tua vita è unica e preziosa»: la campagna dei giovani di Leno viaggia dai poster ai social

Un messaggio che parte dai giovani per arrivare ai giovani e sensibilizzarli su tre temi: relazioni, bere responsabile e comportamenti positivi
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Da una cosa bella è probabile che ne nasca un’altra ancora più bella. Infatti, dal torneo di calcio «Sogniamo con i piedi», che a maggio l’oratorio di Leno ha organizzato grazie alla collaborazione di Cassa Padana all’interno del progetto «Because», ha preso le mosse una campagna di sensibilizzazione dedicata ai giovani che, al motto de «La tua vita è unica e preziosa», tocca tre temi.

Innanzitutto le relazioni, sintetizzate in frasi come «È la squadra che vince sempre la partita»; «Prenditi cura di chi ti circonda». In secondo luogo il bere responsabile («Il divertimento è la nostra adrenalina»; «Bevi responsabilmente»). Infine i comportamenti positivi («Nessun like, nessuna visualizzazione, ma quanto divertimento»; «Divertiti consapevolmente»). Insieme con le gigantografie degli stessi ragazzi che si sono classificati ai primi 3 posti del torneo, queste frasi verranno stampate in bella evidenza su dei cartelloni, che, oltre ad essere diffusi via social, verranno sistemati nei luoghi frequentati dai giovani, tra cui oratorio, scuola superiore e biblioteca.

La campagna

Una campagna a tutti gli effetti, presentata ieri nella sede di Cassa Padana. A fare gli onori di casa Andrea Daffi, dell’istituto di credito. «Far parte di una comunità - ha spiegato - significa sostenere il territorio, anche nei progetti che nascono dalle esigenze dei cittadini e dai bisogni/desideri delle associazioni non profit. Noi siamo la banca del territorio, quindi facciamo la nostra parte».

Don Davide Colombi, invece, ha sottolineato che «grazie al torneo, l’oratorio si è ripopolato con una quarantina di volontari, senza l’aiuto dei quali non avremmo raggiunto questi risultati». «Dicono che i giovani sono il futuro - ha chiuso il sindaco di Leno Cristina Tedaldi -. Vero, ma non possiamo dimenticare che sono anche il presente: ecco perché ringrazio chi si prende cura di loro».

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