Bassa

Kit bresciano rivela in 2 ore la variante, la Lombardia lo snobba

Migliaia di ordini da altre Regioni (ma non dalla Lombardia) per il laboratorio di San Paolo che riconosce le mutazioni in tempi stretti
Al lavoro nei laboratori della Bioside a San Paolo, nella Bassa bresciana - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Al lavoro nei laboratori della Bioside a San Paolo, nella Bassa bresciana - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Scoprire in due ore se si è positivi al covid con variante inglese. Si può. Ma anche capire se la variante è brasiliana o sudafricana. In un laboratorio bresciano che non viene preso in considerazione da Regione Lombardia. Ma dalla vicina Regione Piemonte sì.

«E non solo, abbiamo ricevuto ordini da laboratori pubblici di altre regioni italiane» spiega Michela Savoldi Boles, biologa che dirige i laboratori della Bioside a San Paolo, di cui avevamo parlato nella primavera scorsa dopo il via libera all'accreditamento della struttura da parte del Ministero della Salute e dello stesso Pirellone. Una realtà tutta al femminile, nata come startup nel 2014 per la produzione di kit di biologia molecolare nell’ambito agroalimentare e che dopo la prima sede a Lodi ne ha aperta una anche nel Bresciano. 

Nemo propheta in patria. Dal Piemonte sono arrivati ordini per migliaia di kit. A breve dalla Bassa potrebbero partirne addirittura 30mila. «Possiamo arrivare ad effettuare diecimila analisi al giorno, vuole dire diecimila pazienti sospetti positivi che possono conoscere in poche ore le loro reali condizioni di salute» racconta la referente tecnico scientifica del centro dove invece Mirella Marini, fino allo scorso anno direttore del centro trasfusionale degli Spedali civili, ricopre invece il ruolo di direttore sanitario. Il tampone proposto dal laboratorio bresciano è un'alternativa alla genotipizzazione «che è un'indagine precisa ma lunga e che richiede almeno cinque giorni per il referto» spiega la biologa. «E il tempo fa presente - davanti ad una terza ondata della pandemia come quella che stiamo vivendo sul territorio di Brescia è fondamentale». Eppure dal Pirellone tutto tace. «Ci siamo proposti ma non abbiamo ancora avuto risposte. Probabilmente stanno valutando» ipotizza Michela Savoldi Boles.

Le scelte di altri. «Chi da fuori Lombardia sta facendo gli ordini ci dice che vuole evitare di ritrovarsi con i contagi alle stelle come a Brescia. La prevenzione è fondamentale e in questa fase dell'epidemia ritengo - è il pensiero della biologa - che è molto meglio avere tanti dati in poco tempo per poter capire come si sta muovendo il virus». E sulle tempistiche c'è un passaggio che gioca a favore dei laboratori di Bioside aperti al pubblico, e in collegamento con Ats, e al privato: «Siamo un'azienda che produce kit diagnostici e quindi ci autoproduciamo i reagenti e per questo possiamo potenzialmente essere sempre pronti» ricordano.

Due ore per il referto. «I tamponi che riceviamo passano la prima fase di accettazione, poi vanno nella stanza di estrazione, dove viene prelevato il genoma virale che poi va analizzato attraverso metodiche di biologia molecolare e nell'arco di alcune ore si può sapere se il campione del paziente è positivo al Covid» ci venne spiegato a maggio scorso. Nel frattempo in Italia e a Brescia sono arrivate le varianti del Covid. «E abbiamo trovato la strada per dare risposte nel più breve tempo possibile» dice oggi la biologa del laboratorio di San Paolo che entra nel dettaglio. «Per rendere più chiaro il processo di screening che avviene in concomitanza con il test molecolare: ogni variante ha delle mutazioni sempre uguali e analizzando quelle che si ripetono noi possiamo stabilire se siamo davanti alla variante inglese, brasiliana o sudafricana, mentre la genotipizzazione prende in considerazione tutte le mutazioni presenti e quindi la procedura è ben più lunga». Ma dal Pirellone, alle prese con tracciamenti sempre più difficili, con contagi in aumento e vaccini in ritardo, tutto tace.

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