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«Ho vinto il Covid e adesso mi preparo a compiere 93 anni»

La malattia nella casa di riposo e la guarigione dopo settimane difficili ·
Arrigo Dall’Asta è nato l’11 agosto 1927 - © www.giornaledibrescia.it
Arrigo Dall’Asta è nato l’11 agosto 1927 - © www.giornaledibrescia.it
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Il dolore, la sofferenza, la speranza, l’attesa. E anche le belle notizie. Ogni emozione passa da un telefonino per chi ha un parente ospite di una casa di riposo che non vede ormai da mesi. Le Rsa sono al centro delle inchieste delle Procure di tutta Italia, i morti sono stati tanti, probabilmente troppi, e i contagi anche. Ma c’è pure chi tra gli anziani il virus lo ha sconfitto quando ormai sembrava troppo tardi.

«Non vedo mio padre dall’ultimo week end di febbraio. A Pasqua mi hanno telefonato spiegandomi che era peggiorato, che i suoi polmoni stavano collassando e che ci saremmo dovuti preparare al peggio dopo alcune settimane difficili» raccontano Paola e Oliviero Dall'Asta, figli di Arrigo, 93 anni da compiere il prossimo 11 agosto. Uno degli ospiti della casa di riposo di Verolanuova, dove dall’inizio dell’epidemia sono stati registrati più di trenta decessi. E dove la direzione, stanca di aspettare i tamponi della Regione e di Ats, alcune settimane fa si è mossa a proprie spese facendo i test sierologici su tutti i dipendenti e su tutte le persone ricoverate, denunciando pubblicamente il senso di abbandono da parte delle istituzioni sanitarie.

«Proprio da quell’analisi abbiamo scoperto che mio padre aveva il Covid nonostante fino a quei giorni non avesse avuto alcun tipo di problema» raccontano i figli del 93enne. La certezza della positività coincide con l’inizio di quella che sembrava una discesa inarrestabile. L’anziano inizia infatti ad accusare problemi respiratori, perde appetito e non si alza più dal letto. «Il momento più buio è stato quando addirittura non accendeva più nemmeno il telefono cellulare che ha sempre utilizzato per parlarci ogni giorno. In quella fase non aveva la forza di parlare, lo hanno aiutato a respirare con l’ossigeno e quando ci è arrivata quella chiamata a Pasqua eravamo pronti a tutto. Quasi rassegnati».

Il giorno dopo il telefono squilla ancora, ma questa volta dall’altra parte del cellulare non c’è un’infermiera della Rsa di Verolanuova, ma papà Arrigo in persona. «Oggi va meglio, esco un po’ dal letto e mi metto anche in poltrona come mi ha detto il medico» dice alla figlia. Che rimane sorpresa da un’evoluzione ormai insperata. Da quel momento è una costante risalita. E il cellulare torna ad essere un compagno di viaggio e un collegamento con il mondo fuori dalla casa di riposo. «Ho fatto i due tamponi, sono guarito. Ho sconfitto il virus» racconta infatti al telefono ai figli. Che non convinti parlano con i medici. «Tutto confermato, papà è guarito». E ora il signor Arrigo ha già fissato il nuovo obiettivo. «Arrivare a festeggiare il 93esimo compleanno ad agosto» spiega con soddisfazione. «Intanto si è già arrabbiato perché il barbiere non è ancora andato a tagliargli i capelli e vuole un nuovo rasoio elettrico per la barba. Papà - dicono i figli - è proprio guarito».

 

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