Ambiente

Ecomafie, Brescia sedicesima in Italia per reati ambientali

Così secondo il report Ecomafie 2021 elaborato da Legambiente, che pone la Lombardia settima regione a livello nazionale
ECOMAFIE, BS MAGLIA NERA
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La provincia di Brescia si classifica sedicesima a livello nazionale nella sinistra graduatoria nazionale stilata da Legambiente sulla base del quadro dei reati ambientali emersi nel corso del 2020. Secondo il rapporto Ecomafie 2021, infatti, sono 451 gli illeciti accertati, stando ai dati diffusi da forze dell’ordine, Capitanerie di porto e magistratura.

Un quadro che è ancora peggiore se ci si limita all'ambito della gestione dei rifiuti, ambito nel quale sono 92 i reati emersi, quanto basta a fare della Leonessa e del suo territorio la tredicesima provincia a livello italiano. Il computo complessivo, va detto, segna un miglioramento apparente, visto che nel 2019 il dato ammontava a 161 e il Bresciano si classificava decimo, ma non è difficile considerare l'impatto che ha avuto la chiusura forzata di gran parte delle attività decretata dai mesi più aspri della pandemia e il maggior impatto che la stessa ha avuto nel nostro contesto più che in altri a livello italiano. Stesso piazzamento, del resto, Brescia ottiene sul fronte degli illeciti contro gli animali: se ne contano 193.

Numeri - più ampiamente dettagliati nella tabella che segue - che attestano come la criminalità che opera ai danni dell'ambiente non conosce lockdown e quarantene, tantomeno in Lombardia. La nostra regione si classifica settima assoluta nel panorama italiano e nel quadro il Bresciano purtroppo guida l'elenco delle province lombarde.

Dal dossier annuale di Legambiente emerge che la Lombardia continua ad essere uno dei territori in cui l’illegalità ambientale si dimostra più pervasiva e diffusa: è la prima regione del nord per reati accertati con 1.897, il 5,4% di quelli contestati in Italia, 2.613 persone denunciate, 62 arresti e 561 sequestri. In particolare, risulta terza per numero di incendi in impianti di trattamento, smaltimento e recupero rifiuti (ambito che purtroppo ben conosciamo nel Bresciano), con 146 reati, l’11,3% del totale nazionale. La regione risulta anche quarta per reati nel ciclo illegale dei rifiuti con 577 delitti il 6,9% del totale nazionale, tra i quali emergono nello specifico il 38,7% di rifiuti industriali e metalli pesanti e il 38,3% di fanghi di depurazione contaminati. 

«La Lombardia continua ad essere sotto attacco della criminalità ambientale – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Non si deve assolutamente abbassare la guardia su illeciti che hanno conseguenze potenzialmente devastanti per l’ambiente, soprattutto in questo momento che ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) stanno arrivando sul territorio. Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, opere chiave della transizione ecologica. A fronte di una situazione decisamente allarmante, l’auspicio è che un approccio integrato al contrasto dei roghi di rifiuti possa estendersi a tutti i fenomeni di criminalità ambientale: dall’abusivismo edilizio alle aggressioni al patrimonio paesaggistico, dagli illeciti nella filiera agroalimentare al racket degli animali».

L’associazione ambientalista contestualmente alla pubblicazione del dossier ha stilato 10 proposte al Governo: di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l'improcedibilità in appello dopo 2 anni e in Cassazione dopo un anno; approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico e introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali; ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.

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