La Cop30 si chiude con una Carta finale che soddisfa a metà

Questo articolo è stato scritto per il Giornale di Brescia dalla giornalista Eanes Silva, inviata dell’ente del terzo settore bresciano No One Out in Brasile per seguire in prima persona i lavori della Cop30.
Dopo due settimane di intense trattative nel cuore dell'Amazzonia, la trentesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop30), ospitata a Belém do Pará, si è conclusa sabato 22 con l'approvazione di una Carta finale che chiede un nuovo ciclo di azioni per affrontare l’emergenza climatica globale. L'incontro è stato caratterizzato dalla forte presenza delle popolazioni indigene e da un appello alla giustizia climatica e all’urgenza di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
Punti salienti e impasse della conferenza
La conferenza è stata chiamata «Cop popolare», ponendo in evidenza la Marcia Globale per il Clima, che ha riunito circa 100mila persone per le strade di Belém. Le discussioni hanno attraversato momenti di impasse, soprattutto in relazione al futuro dei combustibili fossili. La «mappa del cammino» proposta dal governo brasiliano per la transizione energetica è stata esclusa dal testo finale a causa della mancanza di consenso tra i Paesi.
La Plenaria popolare, venerdì scorso (21), è servita come spazio di denuncia e trattativa per soluzioni più efficaci. Edinho Macuxi, rappresentante del Caucus Indigeno (il forum che unifica il posizionamento dei popoli indigeni globali), ha sottolineato: «Il mondo ha bisogno di fermarsi e ascoltare la voce dei popoli indigeni. [...] Non c'è Cop senza la partecipazione dei popoli indigeni, non c’è vita senza i popoli indigeni».
Uno dei punti più celebrati è stata l'inclusione e l'approvazione del Meccanismo d'azione di Belém (Bam) nella Carta finale. Il Bam è una proposta innovativa che trasforma il concetto di «transizione giust» in un pilastro permanente della governance internazionale del clima. Riconosce che la lotta al cambiamento climatico deve essere collegata alla tutela dei diritti dei lavoratori e delle comunità. Il meccanismo prevede un accesso più facile ai finanziamenti e alla tecnologia, dando priorità alle risorse che non generano nuovo debito, soprattutto per i Paesi a basso e medio reddito. La proposta è quella di incorporarlo nel nuovo Obiettivo collettivo quantificato di finanziamento climatico.
L'approvazione del Bam è considerata un lascito di Belém, a dimostrazione dell'influenza di movimenti sindacali, giovanili e indigeni nella politica globale sul clima.
Punti principali della Carta finale
Oltre al Bam, la Carta finale approvata enfatizza l’accelerazione dell’azione per il clima, con l’obiettivo di riaffermare l’urgenza di rispettare l’Accordo di Parigi, invitando i Paesi a rivedere i propri contributi determinati a livello nazionale (Ndc) al fine di ridurre le emissioni maggiori. Spicca l’importanza delle politiche di adattamento che diano priorità alle regioni vulnerabili, incoraggiando l’incorporazione dei saperi tradizionali nelle strategie di resilienza.
La Carta sottolinea anche la necessità di azioni concrete affinché le risorse arrivino ai progetti prioritari, facendo riferimento alla «Rotta da Baku a Belém per 1,3 trilioni di dollari», pur senza dettagliare i meccanismi immediati di finanziamento, ma ribadendo il ruolo cruciale delle foreste e della biodiversità, con un forte appello al contrasto alla deforestazione.
Discorso finale della Ministra Marina Silva
Nel suo discorso finale, la Ministra dell'Ambiente e dei Cambiamenti Climatici, Marina Silva, ha ringraziato i soggetti coinvolti e ha commentato l'assenza della «Mappa del cammino» per i combustibili fossili nel testo finale.
«Nonostante non sia stato possibile raggiungere il consenso al fine di inserire questo fondamentale appello nelle decisioni di questa Cop30, ho la certezza che il sostegno che esso ha ricevuto da parte di molti partiti e della società rafforza l’impegno dell’attuale Presidenza per l’elaborazione di due mappe del cammino. Una sul contrasto alla deforestazione. L’altra su un allontanamento progressivo dai combustibili fossili che avvenga in maniera giusta, ordinata ed equa».
La Ministra ha concluso ringraziando per la partecipazione a Belém, il «cuore del pianeta», e rafforzando l’impegno del Brasile per l’equilibrio ambientale.
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