Cultura

Il lato nero dell'eversione

Con «La Legge dell'Odio» si ricostruisce un romanzo che racconta l'Italia alle prese col terrorismo di estrema destra.
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Esistere per odiare, sopraffare chi la pensa in maniera diversa. Politicamente ed eticamente. Ammesso poi che, in questo caso, si possa parlare di etica. L'Italia, la fine degli anni Sessanta, l'eversione nera. Con, annesso, corollario di stragi di Stato, depistaggi dei servizi segreti, manifestazioni, scontri di piazza. E morti. Inevitabilmente, senza sconti. Si può entrare in questo mondo dalla porta del saggio storiografico, Alberto Garlini ha preferito passare dal romanzo, intrecciando con «La legge dell'odio» fatti veri - pur occultati sotto nomi fittizi (piazza Fontana diventa piazza del Monumento) alla storia di Stefano Guerra, neofascista pronto a fare del sangue il proprio lasciapassare per la storia.

Si legge di Stefano, ma la mente corre a figure come Giusva Fioravanti, terrorista di estrema destra e fondatore dei Nar. Anni fa, Fioravanti dichiarò che sparava per far sapere che esisteva. Superominismo e deliri destrorsi che emergono proprio in Stefano Guerra, nella sua ascesa ai vertici del neofascismo italiano. Circondato da camerati fedeli, dopo un omicidio avvenuto nell'ambito degli scontri di Valle Giulia (16 marzo 1968), la sua vicenda - ricostruita, durante un processo, dall'ex amico Franco Revel - prende quota, portandolo a diventare una sorta di leggenda dal cuore nero.

La vera provocazione del libro doveva essere legata a Valle Giulia, all'alleanza tra rossi e neri contro le forze dell'ordine. Tesi scomoda e politicamente scorrettissima. Ma è solo una breve postilla. Il resto è solo ed esclusivamente un distillato di Stefano Guerra, delle azioni e dell'esaltazione della mitologia fascista, da Mussolini ad Evola fino alle SS, per culminare in un epilogo scontato e brutale, dopo una corsa ricca di amori, viaggi e fiumi di alcolici, in un mix di qualunquismo, sete di vendetta contro lo Stato e qualche piccolo tentativo di conversione.

Garlini vorrebbe squarciare il velo su un'Italia che si tende a dimenticare, ma il lavoro ha il sapore di un Romanzo Criminale in salsa eversiva, con qualche magagna in più e senza i picchi di De Cataldo.
Rosario Rampulla

La legge dell'odio

Alberto Garlini
Einaudi, 809 pagine, 22 euro

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