Valle Trompia, incendio anche a Punta Sendrai

In fumo un ettaro dei colli lumezzanesi: da inizio anno in valle divorati 200 ettari
L’incendio a Punta Sendrai, domato dopo 3 ore di lavoro - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’incendio a Punta Sendrai, domato dopo 3 ore di lavoro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Da inizio anno la Valtrompia sta facendo i conti con un bilancio pesantissimo sul fronte degli incendi. Una situazione aggravata ulteriormente dal rogo divampato nel primo pomeriggio a Punta Sendrai, sulle montagne lumezzanesi.

Le fiamme sono state avvistate attorno alle 13.30 e sul posto sono giunti poco dopo una ventina di volontari dei gruppi antincendio della Valle, impegnati nelle operazioni di spegnimento coordinate dal dos (direttore operazioni spegnimento) Giampietro Corti. Per domare il rogo si è reso necessario anche l’intervento dal cielo dell’elicottero regionale. Nell’arco di circa tre ore le forze scese in campo sono riuscite a spegnere le fiamme e, attorno alle 16.30, i volontari hanno dato il via alle operazioni di bonifica terminate attorno alle 18. Nel complesso l’incendio a Punta Sendrai ha divorato poco più di un ettaro di bosco.

Da inizio anno persi 200 ettari tra pascoli e bosco

L’intervento tempestivo dei volontari e dell’elicottero ha permesso di arginare i danni, ma il rogo in Valgobbia va a peggiorare un bilancio già molto pesante. Dall’inizio dell’anno solo in Alta Valtrompia sono già stati rasi al suolo da roghi oltre 200 ettari tra pascoli e bosco, un dato che aveva spinto l'antincendio valtriumplino a definire questi primi mesi del 2022 come «i peggiori mai visti, dal punto di vista del fuoco, dai primissimi anni 2000».

Basti pensare al devastante incendio scoppiato in Maniva a fine gennaio, che ha fatto da apripista a molti altri divampati nei giorni successivi tra Pezzaze, Gardone e Tavernole. Praticamente tutti, salvo quello subito spento in località Caregno, sono stati segnalati come incendi di origine dolosa. Se lo sia anche quello a Punta Sendrai saranno le indagini a stabilirlo.

A dare un sostanzioso aiuto alla mano dei piromani ci pensano le condizioni climatiche di questo periodo: di neve sulle montagne se n’è vista pochissima, di acqua forse ancor meno. Una condizione di siccità con pochi precedenti storici che aiuta le lingue di fuoco a guadagnare terreno insieme al forte vento registrato in queste settimane.

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