Per i Bufo bufo è tempo di migrare: guardiani attivi per proteggere i rospi

I rospi si spostano verso le zone di riproduzione correndo il rischio di essere travolti dalle macchine sulle strade. Ora sono a Nave
Le guardie ecologiche recintano la pozza a Nave - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le guardie ecologiche recintano la pozza a Nave - Foto © www.giornaledibrescia.it
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I guardiani del Bufo bufo, meglio conosciuto come rospo comune, sono tornati in azione alla pozza della Cocca, situata nel Comune di Nave sul confine con quello di Lumezzane.

All’inizio di ogni primavera i rospi migrano per la riproduzione, portandosi dagli ambienti abituali come boschi e campagne, dove trascorrono la loro vita attiva e i periodi di svernamento, a piccoli acquitrini, pozze d’acqua per l’abbeveramento degli animali o laghi con rive paludose. Questi spostamenti durano alcuni giorni, durante i quali gli animali percorrono alcuni chilometri muovendosi quasi tutti contemporaneamente dal crepuscolo fino a notte fonda.

«Il problema nasce quando queste migrazioni attraversano strade carrabili  - spiega la guardia ecologica volontaria Nicola Collio, referente del progetto Anfibi - perché, a causa del loro incedere lento e dell’oscurità, non riescono a sfuggire al traffico e molti vengono inevitabilmente schiacciati. A farne le spese sono soprattutto gli esemplari adulti e ancora pieni di uova: studi recenti hanno stimato che ogni anno sulle strade lombarde ne muore più di un milione».

Le guardie ecologiche alla pozza della Cocca a Nave - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le guardie ecologiche alla pozza della Cocca a Nave - Foto © www.giornaledibrescia.it

Le guardie ecologiche della Comunità Montana della Valtrompia sono impegnate dal 1996 nella salvaguardia degli anfibi: durante la migrazione, che avviene verso fine febbraio, posizionano delle barriere che fungono da protezione per impedire che i rospi vadano in strada e al contempo li guidano verso i sottopassi costruiti apposta per loro. L’operazione viene eseguita in accordo con i proprietari del sito, «che hanno molto apprezzato l’iniziativa - sottolineano le gev - e ai quali va fatto un grande ringraziamento per la disponibilità».

A partire dall’inizio della migrazione fino a quando i rospi non saranno tornati nei boschi, i volontari si alterneranno al fine di raccogliere e salvare quelli che sfuggono alle barriere, rimettendoli al sicuro. Durante queste operazioni di salvataggio vengono raccolte informazioni sugli animali e sulla temperatura dell’acqua. Questi dati vengono riuniti in un’apposita banca dati generale del «Progetto Rospi» nato nel 1990 in Lombardia (grazie al quale da poco meno di 10mila anfibi salvati nel 1992 si è passati ai 48.500 di oggi nell’intera regione).

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