Melonera sfrattata. Il sindaco promette: «La festa si farà»

I residenti non hanno gradito il trasloco della manifestazione a San Sebastiano
AA

Le Melonera, festa organizzata ormai da decenni da numerosi volontari valgobbini a sostegno delle missioni in Mato Grosso, crea scompiglio tra i cittadini.

Quest’anno, complici i lavori in vista della realizzazione del collettore fognario e per dare maggiore risalto all’iniziativa, gli organizzatori, insieme all’Amministrazione comunale, avevano pensato di spostare lo stand dalla frazione di Valle a quella di San Sebastiano. Precisamente in via Monsuello, nel piazzale vicino alla sede della Croce Bianca e al supermercato Eurospin. 

«Ricollocare lo stand, il cui piatto forte è una fresca fetta di anguria, sarebbe stato importante per dare maggior risalto alla festa - commentano gli organizzatori - visto che l’area che avevamo individuato si trova nel centro della cittadina, in una zona più tranquilla, lontana dalle fabbriche e dalla strada principale». La proposta ha però scatenato le polemiche dei residenti della zona che con una raccolta firme presentata al sindaco Matteo Zani hanno espresso contrarietà al posizionamento dello stand della Melonera vicino alle loro abitazioni. 

«Ci sono state delle lamentele e una raccolta firme presentata agli Uffici comunali - conferma Zani -. Gli abitanti si sono detti preoccupati soprattutto per i rumori e gli schiamazzi che lo stand potrebbe provocare. Entro questa settimana riusciremo, consultandoci con gli organizzatori, a pensare ad uno spazio adatto».

La notizia dello stand della Melonera «senza casa» si è diffusa in poco tempo e molti valgobbini si dicono amareggiati e preoccupati: «È davvero triste che si sia arrivati ad una raccolta firme per impedire una festa che ha come scopo raccogliere fondi per i bisognosi». 

Dall’Amministrazione comunale arriva però la rassicurazione che tutti aspettavano. «La festa - promette il sindaco Matteo Zani - si farà sicuramente, troveremo in questi giorni la collocazione più adatta».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia