In Maniva decuplicati i prezzi dell’energia, skipass più cari di 2 euro

Non copriranno i costi. Entro il 2026 si punta all’autonomia con eolico e fotovoltaico
Aumenta il prezzo dello skipass in Maniva - © www.giornaledibrescia.it
Aumenta il prezzo dello skipass in Maniva - © www.giornaledibrescia.it
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Mancano ancora oltre due mesi all’apertura della stagione sciistica, ma i proprietari degli impianti guardano già da ora con preoccupazione a quel momento. Con l’aumento del costo dell’energia elettrica, infatti, lieviteranno anche i prezzi.

In Maniva, perlomeno, andrà così: sciare a cavallo tra Valtrompia e Valsabbia costerà in media 2 euro in più rispetto agli anni scorsi. «L’energia elettrica rispetto al 2019 è aumentata di 10 volte - spiega Stefano Lucchini di Maniva Ski -.  Sicuramente tutte le aziende che operano nel nostro campo dovranno alzare i listini o fare altre scelte che possano contenere gli extra costi energetici: il prezzo dello skipass aumenta in modo ragionevole ma anche così sarà impossibile assorbire gli aumenti. È una situazione non facile, che rischia da un lato di danneggiare le società degli impianti a fune, e dall’altro diminuisce il potere di spesa dei nostri clienti».

Tradotto in cifre lo skipass giornaliero per un adulto passerà da 31 a 33 euro. «Con 2 euro in più a persona Maniva Ski chiaramente non riesce ad assorbire l’aumento dei costi - spiega Lucchini -. Tuttavia abbiamo deciso di non alzare ulteriormente il costo, perché siamo consapevoli del fatto che le famiglie stanno già facendo tanti sacrifici».

Il listino prezzi comparirà a giorni sul sito www.manivaski.it. La società punta ad arrivare entro il 2026 all’indipendenza energetica del comprensorio tramite l’installazione di generatori alimentati con fonti rinnovabili, che potrebbero essere l’eolico o il fotovoltaico. «Nei prossimi anni vorremmo inoltre dotarci di un sistema di compostaggio nostro - annuncia Lucchini -: l’obiettivo è diventare il più possibile a rifiuto zero».

Quanto all’acqua per alimentare i cannoni sparaneve, la si attinge a un laghetto della zona che nel prossimo mese e mezzo dovrebbe riempirsi completamente grazie alle piogge. «Non c’è spreco - conclude Lucchini -: siccome non vi è aggiunta di agenti chimici, finita la stagione la neve si scioglie e torna semplicemente alla terra».

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