Il crac del progetto della Bovegno Ski mette in crisi il Comune

Il Comune di Bovegno si trova a fare fronte a un maxi debito di un milione e potrebbe perdere i terreni Corti Re di Campo
Gli impianti di risalita di Montecampione - Foto © www.giornaledibrescia.it
Gli impianti di risalita di Montecampione - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Da un grosso progetto, poi sfumato, che avrebbe dovuto sancire la rinascita turistica di Bovegno a un debito di 1 milione di euro «che il Comune non riuscirà a pagare né ora, né tra dieci anni».

Senza contare che l’ente, ora, non potendo saldare il debito contratto con la banca, rischia di perdere l’ingente appezzamento di terreno a Corti Re di Campo ipotecato in passato e, addirittura, se le cose dovessero mettersi davvero male, anche gli immobili (ovvero le stalle) presenti su quell’area, molto frequentata da cacciatori e da chi fa pascolare gli animali.

Non è una prospettiva rosea quella con cui il Comune sta facendo i conti da tre anni, dopo il fallimento e la messa in liquidazione delle società Montecampione e Bovegno Ski Spa (partecipata al 100% dal Comune), che nel 2010 erano convolate a nozze con l’obiettivo di impegnarsi per il futuro della stazione sciistica di Montecampione.

Il  progetto aveva visto la Bovegno Ski ottenere una sovvenzione di 1 milione e 700mila euro da una banca a cui, a sua volta, la società - su concessione del Comune - aveva dato in garanzia un’area di 300 mila metri quadri a Corti Re di Campo destinata alla seggiovia verso Monte Rotondo e a un insediamento turistico.

Con le elezioni comunali del maggio del 2011, però, la questione aveva preso tutt’altra strada: il nuovo sindaco di allora Tullio Aramini, contrario al progetto, dichiarò che il terreno in questione non era edificabile, «anche perché di fatto non lo era» ha ribadito l'altroieri in consiglio Aramini, attuale consigliere di minoranza.

L'ambizioso piano, in sostanza, si era arenato, «ma il mutuo non si è estinto, anzi ha continuato a crescere» ha affermato il sindaco Rossini, che ha inoltre ribadito che «parte di quei soldi sono stati utilizzati per pagare i lavori che nel frattempo erano iniziati, i progetti, il mutuo, i legali e le penali subentrate». Aramini ha tenuto a sottolineare come «nè gli amministratori, nè il cda della Bovegno Ski abbiano intascato un centesimo». Ad oggi, però, rimane il debito che il Comune, in quanto padrone della società, ha accumulato. «Due mesi fa ho ricevuto una lettera in cui la banca dice che non è più disposta ad aspettare - ha annunciato Rossini -: c’è il rischio che metta all’asta il terreno».

 

 

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