Valcamonica

Fallita Montecampione-Bovegno Ski Spa, «El dorado» della neve

La sentenza del Tribunale di Brescia mette fine a una vicenda lunga e travagliata.
In seggiovia - © www.giornaledibrescia.it
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Il castello dei sogni è crollato sotto il peso dei debiti, di scelte coraggiose (forse anche troppo) e valutazioni sbagliate. Dopo la messa in liquidazione, arriva il fallimento di Montecampione-Bovegno Ski Spa: sul tavolo del curatore fallimentare, Gianpaolo Magnini, è depositata la sentenza del Tribunale di Brescia che scrive la parola fine ad un progetto ambizioso, ma rimasto senza gambe. Tra i creditori, c’è la ditta Meccanica Sebina dell’imprenditore Carlo Gervasoni, da anni legato alle grandi manovre attorno al comprensorio della neve.

La società, costituita a novembre 2010, era stata presentata come l’«El dorado» della neve, destinata a dividere oneri e onori di un grande comprensorio sciistico che abbracciava Valcamonica e Valtrompia.

Ma l’illusione durò lo spazio di pochi mesi e dopo cinque anni e mezzo, al fallimento di Alpiaz e Montecampione Hotel, ora si aggiunge anche quello della società che doveva garantire il matrimonio tra Artogne e Bovegno.

Montecampione Bovegno Ski nacque sotto le «pressioni» del fallimento di Alpiaz e sull’onda della necessità: da una parte il Comune di Bovegno e Bovegno Impianti intenzionati ad aprire una porta d’accesso sulla Vallecamonica per «agganciare» turisti dando, tra le altre cose, il via ad una maxi lottizzazione concentrata nella zona di «Prati magri».

Dall’altra, Montecampione che chiuse il bilancio 2010 con un rosso di ben tremilioni di euro e la necessità improrogabile di sostituire la seggiovia del Dosso Rotondo, in scadenza di collaudo e non più sicura.

Montecampione-Bovegno Ski acquisì la proprietà degli impianti di risalita da Montecampione Ski concordando il pagamento di un canone di affitto che avrebbe consentito alla società camuna di riprendere fiato e ripianare parte del disavanzo. Ma, a febbraio 2011, MB Ski andò in apnea e alzò definitivamente bandiera bianca: il curatore fallimentare di Alpiaz e Montecampione Ski, chiese e ottenne la restituzione totale e la piena proprietà degli impianti di risalita che erano stati trasferiti nel portafoglio della nuova società. Un dietro front che svuotò il portafoglio di Montecampione-Bovegno Ski che nel frattempo aveva contratto debiti per quasi due milioni di euro.

Il curatore fallimentare, che ora si trova sul tavolo la patata bollente, dovrà tracciare un quadro dettagliato della situazione: tra i creditori della società fallita, c’è - come detto - anche la ditta Meccanica Sebina, guidata dall’imprenditore Carlo Gervasoni. 

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