Giallo di Marcheno, un anno fa la scomparsa di Mario Bozzoli

L'8 ottobre di un anno fa scoppiò il caso: le tappe del giallo della sparizione di Mario Bozzoli e della morte di Giuseppe Ghirardini
CASO BOZZOLI, LE TAPPE
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La scomparsa

Giovedì 8 ottobre: Mario Bozzoli, 50 anni, viene visto alle 19 mentre si dirige verso lo spogliatoio dell'azienda di famiglia, una fonderia a Marcheno. Al lavoro ci sono poche persone, tra cui Giuseppe Ghirardini. Alle 19.15 Bozzoli chiama la moglie per avvisarla che si sarebbe cambiato e poi sarebbe partito per tornare a casa. «Mi faccio una doccia e arrivo», dice al telefono. A casa, dove lo attende la famiglia, non arriverà mai.

 

Le ricerche

Venerdì 9 ottobre: Cresce l'apprensione sulle sorti dell'imprenditore triumplino. Dopo la denuncia di scomparsa i carabinieri indagano per capire che cosa abbia portato alla sua sparizione improvvisa. Iniziano le ricerche nella zona della fonderia, ma dell'uomo non c'è traccia.

Sabato 10 ottobre: Proseguono le ricerche di Mario Bozzoli, Carabinieri, Vigili del fuoco e Protezione civile passano al setaccio l'azienda e le aree circostanti. Le tracce fiutate dai cani molecolari non portano ad alcun risultato. 

Lunedì 12 ottobre: Nonostante l'assenza di elementi utili, viene decisa la prosecuzione delle ricerche di Bozzoli per altre 48 ore. Viene smassato il materiale presente in azienda, mentre anche i forni finiscono sotto la lente

Martedì 13 ottobre. Alla Bozzoli Srl arrivano anche i Ris, oltre al legale della moglie e dei figli di Mario Bozzoli. In serata la fonderia viene messa sotto sequestro. Sigilli su scarti di produzione e prodotto finito.

 

La seconda sparizione

Mercoledì 14 ottobre. Di buon’ora Giuseppe Ghirardini, addetto ai forni della Bozzoli Srl, esce di casa per non tornarci più. «Vado a caccia» dice alla sorella. I suoi cani ed il suo fucile restano a casa. La sua auto, una Vitara, svanisce nel nulla insieme a lui.

Giovedì 15 ottobre. Mentre i familiari dell’imprenditore lanciano un appello ad eventuali rapitori, scatta la seconda denuncia di scomparsa: quella per Ghirardini. I carabinieri scoprono che nel pomeriggio del 14 il suo cellulare ha agganciato una cella che copre il Crocedomini.

Venerdì 16 ottobre. Ricerche di Ghirardini nella zona tra Maniva e Crocedomini. Alle 20 la sua auto è rinvenuta a Ponte di Legno, sulla Tonalina.

Sabato 17 ottobre. Ghirardini viene cercato nella zona di Ponte di Legno da oltre un centinaio di uomini, mentre l'auto è analizzata dagli investigatori. La cugina e un gruppo di amici lanciano un appello perché torni a casa.

Domenica 18 ottobre: Le ricerche di Ghirardini ricominciano al mattino. Nel primo pomeriggio il corpo senza vita dell'uomo viene trovato sulla sponda di un torrente sopra Ponte di Legno. 

Lunedì 19 ottobre: a Marcheno tornano i Ris. Ma alla Bozzoli giunge anche la dottoressa Cristina Cattaneo, nota anatomopatologa che si è occupata anche del caso di Yara Gambirasio. E' lei la consulente nominata dalla Procura. La sua attenzione si concentra sui forni. Nel pomeriggio tornano a Marcheno i Vigili del Fuoco che passano nuovamente in rassegna i tombini, le vasche e vari impianti della fonderia. In azione anche uno speciale cane cerca-cadaveri giunto appositamente da Bologna. Per il Procuratore Buonanno, Bozzoli non è mai uscito dalla azienda.

Lunedì 2 Novembre: Giornata di ricerche all’interno della Fonderia Bozzoli. L’anatomopatologa Cristina Cattaneo ha ripreso l’analisi delle scorie dei forni della ditta.

Venerdì 13 novembre: Giuseppe Ghirardini è morto per avvelenamento da cianuroLo confermano gli inquirenti in seguito alle analisi irripetibili svolte sull'oggetto presente nello stomaco dell'operaio. All'interno del suo stomaco è stato rinvenuto un manufatto contenente un'anima di cianuro.

Lunedì 16 Novembre. Prosegue il lavoro attorno alla morte di Giuseppe Ghirardini. Nell’uomo è stato trovato un corpo estraneo con tracce di cianuroDopo il necessario campionamento dei familiari, è partita l’analisi delle fibre raccolte dal corpo e dall’auto di Ghirardini. Si cercano tracce biologiche (capelli, peli o macchie) estranee alla quotidianità dell’uomo. In analisi anche il contenitore «artificiale» del cianuro.

Giovedì 19 Novembre. Il contenitore artificiale trovato nello stomaco di Ghirardini è un’esca per animali selvatici, fuori commercio dal 1970. Il veleno era contenuto all’interno dell’oggetto, in un’anima di silicato, che all’esterno sarebbe invece ricoperto da una polvere simile a creta.

Mercoledì 25 novembre. Nuovi accertamenti nei laboratori dei Ris di Parma. Vicino al corpo senza vita di Giuseppe Ghirardini c'erano i frammenti di un'altra capsula simile a quella trovata nello stomaco dell'operaio.  I frammenti non sarebbero della capsula, un'esca per animali selvatici contenente cianuro, ingoiata da Ghirardini, ma di una seconda che però non è stata trovata. L'inchiesta al momento resta aperta per induzione al suicidio.

Venerdì 11 dicembre. La Procura di Brescia ha fissato un nuovo accertamento irrepetibile per la morte di Giuseppe GhirardiniI Ris di Parma analizzeranno la natura di una sostanza oleosa trovata sulle labbra e sulle mani di Ghirardini, oltre che sul tappo di una bottiglietta di Gatorade trovata vicino al cadavere e sui frammenti della fiala contente cianuro.

Venerdì 18 dicembre. I due nipoti di Mario Bozzoli, Giacomo e Alex, e i due operai della fonderia di Marcheno Oscar Maggi e il senegalese Abu sono indagati per omicidio volontario e distruzione di cadavere
I quattro hanno ricevuto l'avviso di garanzia e sono tutti a piede libero. 

 

 

 

 

 

 

 

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