Come procede il cantiere dell'autostrada della Valtrompia

Restano le criticità ambientali e il rebus costi, ma l’impresa assicura: i cantieri non si fermano. «Opera pronta in 4 anni»
Lavori in corso per il tracciato del futuro viadotto in Val Gobbia - © www.giornaledibrescia.it
Lavori in corso per il tracciato del futuro viadotto in Val Gobbia - © www.giornaledibrescia.it
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«Le sembra un cantiere fermo?». L’ing. Antonio Mazzola si guarda attorno. A Codolazza di Villa Carcina ci sono operai che lavorano al ridisegno del reticolo idrico, perforatrici che annegato nel terreno pali di 20-25 metri in vista dello scavo della galleria, gru che danno forma ai viadotti del futuro grande svincolo. Siamo solo all’inizio, ma dopo cinque mesi di cantieri, il raccordo autostradale di Valtrompia inizia a prender forma.

I problemi ambientali e il calo materiali sono problemi veri. Ma, come spiega il presidente della Comunità montana Massimo Ottelli, «non esistono cantieri di questa portata senza problemi, bisogna affrontarli con serietà, senza apprensione». Di certo, aggiunge Mazzola, direttore tecnico del cantiere per conto della Salc, l’impresa del gruppo Salini che sta realizzando l’opera, «non ci siamo mai fermati, nemmeno ad agosto. E dopo soli 5 mesi si può già intuire come sarà ridisegnata la viabilità di questa zona».

L'opera

Il tunnel del futuro grande svincolo a Villa Carcina - © www.giornaledibrescia.it
Il tunnel del futuro grande svincolo a Villa Carcina - © www.giornaledibrescia.it

Il 17 giugno scorso, infatti, vi è stata la consegna totale dei lavori da parte di Anas a Salc. Il valore del contratto è salito a 219 milioni di euro, dai 155 del vecchio bando del 2007. Il raccordo autostradale Concesio-Sarezzo prevede una decina di chilometri di nuovi tracciati, per lo più in galleria, con quattro svincoli, per bypassare i centri abitati: sarà una strada con una sola corsia per senso di marcia e - al di là del nome - non vi saranno caselli o pedaggi.

Il cantiere è diviso in quattro aree, San Vigilio, Codolazza, Sarezzo e Val Gobbia. In tre di queste si sta lavorando. A San Vigilio, spiega Mazzola, affiancato dal direttore di cantiere Valter Topo, si è di fatto conclusa la bonifica da ordigni bellici. A Codolazza la bonifica è già stata fatta nel 2018, si è risolto il problema ambientale dei due hot spot (ritrovati a fine 2019), il campo base è pronto da tempo e il cantiere è in fermento.

In questi giorni si sta realizzando il nuovo «letto» dove sarà spostato il torrente Carcina («dovremo chiudere la sp345 per tre giorni») e si sta predisponendo il trasloco dell’acquedotto romano. Più a ovest sono stati piantati i pali dei pilastri dei viadotti sul Mella; per farlo la ciclabile è stata interrotta. «Sarà ripristinata entro primavera». Accanto si sta realizzando l’area per il riutilizzo di terra e inerti della galleria (impianto di frantumazione e betonaggio). All’imbocco della Val Gobbia, a Termine di Lumezzane, si sta invece disboscando l’area per far spazio al viadotto d’uscita dalla galleria che parte da Codolazza. Più in basso sono state trovate scorie abusive che hanno fermato la realizzazione del campo base. «Aspettiamo che Anas e Arpa risolvano la situazione».

I problemi

Il tracciato va da Concesio a Sarezzo e Lumezzane - © www.giornaledibrescia.it
Il tracciato va da Concesio a Sarezzo e Lumezzane - © www.giornaledibrescia.it

Il problema maggiore è però a Sarezzo. Asvt deve avviare lo spostamento dei sottoservizi. Ma qui, nel terreno dove è prevista l’uscita della galleria, sono stati trovati idricarburi, olii, metalli pesanti. «Un problema noto, emerso con l’ampliamento dell’impresa Ottoman» ricorda Ottelli. Certo è che in questo punto i lavori non sono partiti. Salc rimada ad Anas e Arpa per la risoluzione del problema. I tempi si potrebbero dilatare e i costi salire. «Avevamo organizzato lo scavo della galleria da tre punti, Codolazza, Sarezzo e Val Gobbia. Lo avvieremo solo da due. Non ci fermiamo. Ma lo scavo inizierà solo tra un anno, prima vi sono moltissime altre attività da portare avanti» spiega Mazzola. Il cantiere è destinato a crescere, piano piano. «Ora ci sono 40 operai, a regime saranno 250».

Da contratto l’opera dovrà essere ultimata in 4 anni, quindi entro il giugno 2025. Quanto ai costi, «ogni ritardo può determinare un aumento» ammette Mazzola. Senza contare il rincaro delle materie prime. «Da gennaio il cemento è cresciuto del 30%». Il budget di Anas per l’opera è di 258 milioni. Qualche margine c’è. Ma le incognite restano. Intanto però il cantiere va avanti.

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