La Gmm ritira tutte le mascherine sul mercato

«Stiamo procedendo al ritiro di tutto il materiale venduto, a tutela dell’utilizzatore finale». Sono le parole di Giuseppe Mora, amministratore unico della Gmm Labs, l’azienda di Prevalle finita nella bufera dopo un servizio andato in onda su La7 che metteva in dubbio l’affidabilità delle mascherine Ffp2 da essa prodotte. Un ritiro deciso solo «prudenzialmente, senza per questo nulla riconoscere o ammettere, ma solo in ottemperanza a quanto suggeritoci dall’ente certificatore».
L’ente certificatore è la Eurofins di Torino, che per otto giorni ha sospeso l’autorizzazione alla Gmm, fino al 15 marzo scorso, «in via meramente cautelativa, durante il periodo di svolgimento di tutti i necessari accertamenti». Da martedì - fa sapere l’azienda in una nota - l’ente ha provveduto alla riattivazione dell’originario certificato. «Tutti i test, sia quelli eseguiti dall’ente sia quelli periodici eseguiti per garantire la qualità del nostro prodotto, hanno sempre evidenziato il valido potere filtrante nel rispetto della normativa vigente», continua l’ad Mora. Secondo Gmm le loro IG-Mask prodotte a Prevalle sarebbero dunque sicure.
I dati. Il caso era esploso la scorsa settimana, quando il Laboratorio chimico dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli aveva effettuato alcuni test su tre diverse IG-Mask della Gmm Labs, sottoponendo ognuna di esse per cinque minuti a un bombardamento di particelle di cloruro per verificarne l’effettiva copertura. E i dati erano impressionanti: due mascherine filtravano tra il 50 e il 51%, una terza al 70%. Percentuali pericolose che avevano spinto il direttore del laboratorio chimico Alessandro Proposito a dire che quei dati «andrebbero comunicati all’autorità giudiziaria. Sono risultati completamente fuori norma».Sull’affidabilità delle mascherine finora messe in commercio, «ribadiamo la nostra intima convinzione di aver prodotto mascherine Ffp2 sicure, affidabili, efficaci e di qualità», conclude Mora. Il «giallo», però, resta. Contattato dal Giornale di Brescia il 13 marzo scorso, il direttore commerciale David Scalco si era lasciato sfuggire la rivelazione di un’indagine interna «su duplicati delle nostre mascherine immessi sul mercato». Ma dall’azienda non è arrivata alcuna conferma, se non la nota ufficiale in cui si comunica che «provvederemo a riassortire quanto prima i prodotti richiamati in via cautelativa, sostituendoli con quelli ad oggi disponibili e certificati».
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