Sotto accusa le Ffp2 prodotte a Prevalle: «Faremo chiarezza»

Mascherine fasulle immesse sul mercato o duplicati illegali? Oltre al giallo, è una vera e propria bufera quella che si è abbattuta sulla Gmm Labs dopo un servizio andato in onda giovedì sera a «Piazzapulita» su La7 dedicato all’affidabilità delle mascherine.
A marzo di un anno fa, all’alba della tragica pandemia, l’azienda di Prevalle guidata dai fratelli Giuseppe e Massimo Mora comincia a produrre mascherine Ffp2 certificate Ce. Gli imprenditori bresciani decidono di puntare su «materiali e design innovativi, per migliorare le funzionalità dei prodotti di uso quotidiano, o inventarne di nuovi», come si legge nella descrizione dei prodotti sul sito dell’azienda. L’azienda si inventa mascherine di ogni colore e aroma, insistendo sull’affidabilità del made in Italy. Il progetto imprenditoriale raccoglie anche il benestare dell’Associazione Industriali Bresciani, che con forza ha promosso il focus sulle «Imprese nell’emergenza».
l fulmine a ciel sereno arriva però pochi giorni fa: il programma di La7 manda in onda i risultati di un test effettuato - su sua richiesta - dal Laboratorio chimico dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli proprio su tre diverse IG-Mask della Gmm Labs, sottoponendo ognuna di esse per 5 minuti ad un bombardamento di particelle di cloruro per verificarne l’effettiva tenuta filtrante. E i dati emersi sarebbero scioccanti: una mascherina ha una tenuta del 71%, le altre due solo del 50-51%.
«Questi dati andrebbero comunicati all’autorità giudiziaria. Sono risultati completamente fuori norma», spiega nel servizio tv il direttore del Laboratorio, Alessandro Proposito. Stando agli esami, quei dispositivi di protezione individuale acquistati in farmacia come Ffp2 non proteggerebbero come promesso e come prescritto dalle norme: le Ffp2 devono avere un’efficienza di filtrazione minima tra il 94 e il 95%. Non solo: la certificazione per l’immissione sul mercato avviene solo a seguito di specifici test ma, contattato dal giornalista di La7, l’ad dell’ente certificatore Eurofins, la cui sigla è riportata sulle mascherine, dichiara che «noi quelle mascherine non le abbiamo mai certificate. Chi ha messo quel numero ha realizzato un falso».
Sotto accusa l’azienda di Prevalle, che sul proprio sito presenta la IG Mask come «mascherina Ffp2 NR, brevettata e 100% Made in Italy, che filtra il 99,7%. Grazie ad una tecnologia innovativa, naturale, totalmente atossica e brevettata, IG Mask ha uno strato interno auto-sanificante che favorisce un ambiente privo di batteri per lungo tempo. La formula antibatterica brevettata elimina i patogeni bloccati dal filtro IG Mask».
Da noi contattata, l’azienda di Prevalle riferisce, tramite il direttore commerciale David Scalco, che «il nostro ufficio legale si sta occupando del caso. Stiamo indagando su duplicati delle nostre mascherine immessi sul mercato». La stessa azienda si riserva però di rilasciare «un’intervista che chiarisca la vicenda nei prossimi giorni. È nel nostro interesse spiegare cosa realmente è accaduto. Al momento non posso dire di più», conclude il direttore Scalco.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
