Dall’Afghanistan a Odolo nascosti in un rimorchio tra i rottami

Erano all’incirca le 15.30 di ieri quando l’autista bulgaro del Mercedes carico di rottami è entrato nell’area parcheggio della Raffmetal, stabilimento di Odolo, dove si smista l’alluminio che poi viene fuso a Casto. Ha manovrato il bilico in retromarcia ed è sceso per portare i documenti all’addetto che lo attendeva nel piccolo ufficio e che gli avrebbe detto quando entrare in azienda per lasciare il carico. È stato a quel punto che ha sentito delle voci arrivare dal rimorchio.
Subito i due hanno capito che poteva essere qualcosa di grave e hanno segnalato la cosa ai carabinieri. Quando i militari sono arrivati da Sabbio Chiese prima, poi anche da Vestone, hanno aperto il cassone e scoperto a chi appartenevano le voci: uno ad uno, aperte le sponde, sono scesi in quattro, tre giovanissimi e un adulto, tratti tipici del Medio Oriente. In qualche modo hanno fatto capire di essere afghani: smarriti, impauriti e visibilmente affaticati, ma tutto sommato sembravano in buone condizioni di salute.
Dopo aver intercettato in una stazione di servizio il Mercedes, ci sono saliti sopra, hanno aperto uno squarcio nel telo e si sono infilati fra i rottami. Per finire a Odolo e solo lì capire che erano arrivati in Italia. Dopo che sono stati visitati dal medico di Areu, sono stati trasferiti dal piazzale della Raffmetal al reparto infettivi del Civile dato che dalla visita sono emersi parassiti e varie lesioni riconducibili a malattie contratte durante il viaggio.
L’Italia ha attivato con l’Afghanistan un corridoio umanitario che prevede la possibilità di chiedere asilo politico. Per questo i ragazzi arrivati ieri, una volta identificati e accertata la loro nazionalità, potranno inoltrare la richiesta. In attesa della risposta potranno chiedere di essere ospitati in uno dei Cas della Prefettura.
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