Valcamonica

Niente skipass senza il Green pass: stazioni bresciane pronte

Bezzi (Sit): «Nuove misure accettabili e di buon senso». Tanghetti (Scuola Tre Valli): «Saremo tutti più sicuri»
In Presena - © www.giornaledibrescia.it
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Ci eravamo lasciati con un semaforo rosso scattato all’ultimo secondo. E con la rabbia di tutto il mondo dello sci e dell’indotto. Era la sera del 14 febbraio. Ora il semaforo è di nuovo verde. Anzi «Green». Nel senso che il Green pass consentirà la ripresa delle attività, non appena arriverà la neve. Sarà però necessaria anche la mascherina sugli impianti di risalita, la cui capienza, nel caso di funivie e cabinovie, sarà ridotta all’80 per cento.

Nulla cambia invece per le seggiovie, la cui capienza sarà limitata all’80% solo con la chiusura delle cupole paravento. Tutte queste misure sono contenute nel «Protocollo riapertura delle aree sciistiche e per l’utilizzo degli impianti di risalita», firmato a Milano dalla Federazione italiana sport invernali, dall’Associazione nazionale esercenti funiviari, da Federfuni, dall’Associazione maestri di sci italiani e dal Collegio nazionale dei maestri.

Nello stesso documento viene precisato che all’interno delle aree sciistiche «dovranno essere creati percorsi che garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno un metro». Prevista pure la presenza di personale che regoli i flussi per ridurre assembramenti e occasioni di contatto, oltre a segnaletica e cartellonistica informativa multilingue.

Le biglietterie dovranno essere munite di schermi protettivi o di separatori fisici tra operatori e clienti, ma dovranno anche essere favorite modalità di pagamento elettroniche e soprattutto la vendita degli skipass on line. Il green pass non sarà obbligatorio fino al compimento del dodicesimo anno di età, «salvo eventuali diverse disposizioni di legge». «Sono tutte misure più che accettabili e di buon senso», commenta Mario Bezzi, numero uno della Sit, la società che gestisce gli impianti del Comprensorio Ponte di Legno-Tonale.

«Noi eravamo già pronti per partire con le biglietterie on line, con la gestione dei flussi e con le tutte le misure richieste - aggiunge -: non ci saranno problemi. Non ci sembra quasi vero ma forse si prospetta una stagione quasi normale. Cogliamo anche tra gli aspetti positivi il fatto che queste regole siano state date con un certo anticipo: per i comprensori sarà più semplice organizzarsi per rispettarle. Non eravamo abituati così: lo scorso inverno ci hanno annunciato a tarda sera che la mattina dopo non avremmo potuto aprire».

Resta tuttavia qualche aspetto da chiarire: «Per esempio se il green pass segua o meno la validità del biglietto. Se un cliente vuole fare lo stagionale ma il green pass gli scade a febbraio, che cosa succede?». Si tratta però «solo di dettagli: il green pass serve dappertutto ed è giusto che ci voglia anche per sciare».

L’ottimismo dunque in Alta Valcamonica non manca per una stagione che «sul ghiacciaio del Presena, neve permettendo, inizierà attorno al giorno dei morti. Anche se la stagione vera e propria partirà verso Sant’Ambrogio». L’approvazione del Protocollo ha messo in fibrillazione anche i maestri di sci della nostra provincia.

«La gente ha voglia di ricominciare, tant’è che abbiamo già ricevuto numerose chiamate per i nostri corsi», racconta Mario Tanghetti, vicedirettore della storica scuola Tre Valli che insegna a grandi e piccini sulle nevi del Maniva. Scuola che già lo scorso anno aveva investito per farsi trovare pronta con le misure di sicurezza richieste e che quest’anno conta di realizzare anche nuovi progetti in vista della riapertura del 7 dicembre: «Pensiamo a un pullman che dalla città di Brescia porti direttamente sulle piste: un servizio gratuito e aperto a tutti».

Per quanto riguarda i corsi in particolare «stiamo aspettando le linee guida che chiariscano quanto numerosi potranno essere i gruppi affidati a ciascun maestro». Maestro che a sua volta dovrà naturalmente essere in possesso del Green pass: «Ed è giusto così: saremo tutti più sicuri».

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