Valcamonica

Inizia il processo per l'omicidio di Laura Ziliani: la prima udienza

Oggi i primi testimoni hanno parlato davanti alla Corte d'Assise di Brescia. In aula anche le figlie dell'ex vigilessa uccisa e Mirto Milani
OMICIDIO ZILIANI, PROCESSO AL VIA
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Alle 9.30 è cominciato il processo per l’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigile di Temù scomparsa l’8 maggio del 2021 e ritrovata morta in Valcamonica tre mesi esatti dopo. A distanza di un anno e mezzo arriva quindi in aula un caso nato come un giallo che ha turbato il paese camuno e ha da subito avuto una grande risonanza mediatica.

Due delle tre figlie di Ziliani, Silvia e Paola Zani, e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani, hanno già confessato l’omicidio e l’occultamento del cadavere dell’ex vigile di Temù. I tre imputati erano presenti in aula mentre i sette testimoni citati a processo dalla pm Caty Bressanelli hanno parlato davanti alla Corte d’Assise di Brescia. In aula anche la madre e i fratelli di Laura Ziliani, parte civile al processo.

L'udienza di oggi si è chiusa poco dopo le 14 e il processo è stato riaggiornato al 24 novembre.

  • La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
    La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
  • Il processo per l'omicidio di Laura Ziliani - Foto Gabriele Strada Neg - Giornale di Brescia
    La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
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  • La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
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  • La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
    La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
  • La Corte d'Assise durante la prima udienza del processo per l'omicidio Ziliani - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
    La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
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  • La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani
    La Corte d'Assise per il processo dell'omicidio Ziliani

Cos'è successo in aula

Qui di seguito vi proponiamo quanto successo nella prima udienza, con aggiornamenti in ordine cronologico dal più recente al più risalente.

Ore 11.51 - Al banco dei testimoni viene chiamata la mamma di Laura Ziliani. «La mattina dell’8 maggio alle 10.45 è suonato il mio telefono - racconta la signora -: era mia nipote Silvia, che non mi chiamava mai. Mi ha detto: "Forse tu sai dove è la mamma, non si trova più". Nei giorni dopo quando ho visto le mie nipoti a Temù piangevano. Mi davano però l’impressione di essere poco preoccupate. Nelle settimane dopo sono stata ricoverata: stavo male, non riuscivo a uscire dal letto».

Ore 11.29 - Il giudice Spanò chiede cosa diceva Laura del rapporto con le figlie. «Credo di fossero discussioni comuni in tante famiglie - risponde Riccardo Lorenzi -. Era molto contenta dell'idea della camminata con loro per la festa della mamma».

Però poi, riparlando dell’episodio di aprile 2021 quando Laura Ziliani aveva dormito due giorni, Lorenzi aggiunge: «Era troppo strano, ne abbiamo discusso. Non credevo fosse possibile che avesse ingerito biancospino, ho avuto il sospetto che le figlie l’avessero avvelenata. Perché Laura ha dormito due giorni di fila e non era mai successo». Arriva quindi la domanda diretta di Spanò: ha pensato quindi che le figlie c’entrassero con la scomparsa? «All’inizio no. Poi ho cominciato a pensare che fosse successo qualcosa e dopo qualche giorno ho iniziato a pensare che c’entrassero le figlie».

Ore 11 - Il pm chiede a Lorenzi se sia mai stato a conoscenza di attriti fra Laura Ziliani e le figlie per motivi economici. «Mi ha raccontato che una volta le figlie e Mirto Milani si erano intromessi in un incontro con il geometra per la ristrutturazione di uno dei suoi appartamenti quasi cacciandola via, come se non capisse cosa stava succedendo».

Ore 10.45 - È il turno di Riccardo Lorenzi, il compagno di Laura Ziliani, 50 anni, odontotecnico. «Conoscevo Laura da quattro anni. Facevamo sport insieme, spesso passeggiate. Avevo visto le figlie due o tre volte, ma non ci frequentavamo spesso». La pm chiede di tornare al giorno della scomparsa.

«L’ultima volta che ho sentito Laura stava salendo a Temù, la sera del 7 maggio, verso le 21 - ricorda Lorenzi -. Parlavamo in vivavoce al telefono. Era passata da Concesio per ritirare una bolletta, dopo aver cenato a Brescia con Lucia. Più tardi, una volta arrivata, ci siamo sentiti per messaggio per augurarci la buonanotte». La pm chiede quindi se si sono sentiti il giorno dopo. «No. Mi aveva detto che sarebbe andata a fare una passeggiata con le figlie per la festa della mamma. Ho saputo che non era tornata più tardi nel pomeriggio. Mi ha chiamato una persona dicendomi: "Non troviamo Laura". All’inizio pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto. Poi ho capito che era vero». 

Nella testimonianza, Riccardo Lorenzi ricorda anche l'episodio di aprile 2021, quando Ziliani gli aveva raccontato di aver dormito per quasi due giorni consecutivi dopo una gita in Presena. Questo fatto è stato ricondotto nelle ricostruzioni al primo tentativo di omicidio.

I jeans di Laura Ziliani - Foto © www.giornaledibrescia.it
I jeans di Laura Ziliani - Foto © www.giornaledibrescia.it

Ore 10.33 - La parola passa al secondo teste, Stefano Bertolini, Guardia di Finanza di Edolo, che ha partecipato alle ricerche di Laura Ziliani con il soccorso alpino dal primo giorno. Dopo essere stato alla stazione dei soccorsi l’8 maggio, racconta di aver interloquito con Silvia Zani: «Mi sono recato nell’abitazione di via Ballardini a Temù per recuperare il portatile di Laura Ziliani. La password è stata fornita da Paola Zani: volevamo vedere se il cellulare di Ziliani era collegato all’account Google e recuperare l’ultima posizione. L’ultimo contatto rilevato era all’interno dell’abitazione e il telefono non era raggiungibile. Non ricordo l’ora esatta». Bertolini racconta che è stata poi Silvia Zani a dirgli di aver trovato il telefono di Laura Ziliani dietro la cassapanca nello scantinato. «In quel momento io mi trovavo in un’altra stanza. Il cellulare era acceso e funzionante, anche se non prendeva».

Ricercatori e cani molecolari impegnati nelle ricerche a Temù - © www.giornaledibrescia.it
Ricercatori e cani molecolari impegnati nelle ricerche a Temù - © www.giornaledibrescia.it

Ore 10.25 - Si passa all’esame, sempre con Erica Vallory, della mappa delle ricerche: un’immagine fittissima di segni gialli che rappresentano i tragitti battuti per le ricerche di Laura Ziliani sopra Temù sulla base delle indicazioni operative ricevute dai familiari di Laura Ziliani.

Ore 10.15 - Iniziano i testimoni, i cosiddetti «testi di inquadramento», che servono alla Corte per capire il contesto in cui si è sviluppata la vicenda. La prima a parlare è Erica Vallory, agente della Guardia di Finanza e del Soccorso alpino, che a maggio 2021 ha partecipato alle ricerche di Laura Ziliani.

«Alle 12 dell’8 maggio siamo stati allertati per la scomparsa. Siamo giunti alla stazione di Temù e abbiamo iniziato le ricerche» racconta. «Ho partecipato alle ricerche finché ci sono stati elementi tecnici». «All’inizio della ricerca erano presenti le sorelle Zani e l’8 maggio ho parlato con entrambe. All’inizio abbiamo cercato di ricostruire la dinamica della mattinata del 7 maggio 2021. Mi hanno riferito che Silvia si era svegliata alle 7 e aveva visto la mamma con il telefono in mano in sala. Mi ha detto che hanno parlato delle ristrutturazioni e della gita che avrebbero dovuto fare il giorno dopo insieme per la festa della mamma». Vallory racconta di aver scambiato messaggi via Whatsapp con Paola Zani: la figlia «riportava elementi per cercare di capire cosa fosse successo il giorno della scomparsa di Laura Ziliani».

Ore 10.12 - Le persone della parte civili, che saranno sentite anche come testi, sono invitate a lasciare l'aula. Escono quindi la madre e i fratelli di Laura Ziliani.

Ore 10.07 - La terza figlia di Laura Ziliani, Lucia Zani, non sarà sentita in aula. Con il consenso delle parti è stato acquisito il verbale dell'interrogatorio reso al pubblico ministero.

Ore 10.05 - La difesa chiede una perizia psichiatrica all'esito dell'istruttoria. Il presidente Spanò al momento spiega: «Non abbiamo elementi per valutare se ci sono presupposti per una perizia». 

Ore 9.50 - Spanò inizia a leggere il primo capo di imputazione, relativo al tentato omicidio di Laura Ziliani avvenuto il 16 aprile. Il secondo capo di imputazione è invece quello dell’omicidio avvenuto tra il 7 e l’8 maggio 2021. Il terzo è per l’occultamento di cadavere sempre a Temù tra il 7 e l’8 maggio 2021.

Gli imputati non hanno dichiarazioni da fare e la parola passa quindi al pubblico ministero e alle parti civili.

Ore 9.46 - Dopo il giuramento dei giudici della Corte, alle 9.46 il presidente Spanò inizia l’appello degli imputati e dei loro difensori. L’avvocata Elena Invernizzi ha rinunciato al mandato, quindi gli imputati saranno rappresentati solo da Maria Pia Longaretti e da Simona Prestipino. Per la difesa è in aula l’avvocata Monica Baresi, che comunica la volontà di non essere ripresi della madre di Laura Ziliani, Marisa Cinelli, e dei fratelli Massimo e Michele.

L'arrivo in aula

Poco prima delle 9 arrivano in tribunale i tre imputati: prima Silvia e Paola Zani, cinque minuti dopo Mirto Milani. L'ingresso in aula nella gabbia è alle 9.30 precise: le sorelle entrano e si siedono in silenzio, entrambe tengono la testa bassa mentre telecamere e macchine fotografiche le riprendono.

Un minuto dopo arriva Milani, nella gabbia sul lato opposto dell'aula.

  • L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale
    L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale
  • L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale
    L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale
  • L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale
    L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale
  • L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale
    L'arrivo di Silvia e Paola Zani e Mirto Milani in tribunale

La campanella che segnala l'ingresso della Corte d'Assise presieduta da Roberto Spanò suona alle 9.35. L'aula è stracolma, fra stampa, televisione e pubblico.

Paola e Silvia Zani e poi Mirto Milani si siedono al banco vicino alle loro avvocate, dopo aver confermato la volontà di non essere inquadrati direttamente da telecamere e macchine fotografiche.

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