Valcamonica

Addio a Mario e Manuela, una vita di passioni e montagna

La coppia di Berzo lascia la figlia Alessandra, 12 anni. I funerali domani pomeriggio nella chiesa parrocchiale
Marito e moglie hanno perso la vita sul colpo in un terribile schianto in moto - © www.giornaledibrescia.it
Marito e moglie hanno perso la vita sul colpo in un terribile schianto in moto - © www.giornaledibrescia.it
AA

La passione per la montagna e per lo sport, anche estremo, gli Amici di San Glisente, la scultura in legno, il lavoro e la loro piccola Alessandra. Era tutto racchiuso qui il mondo di Mario Cere e Manuela Saviori, la coppia di Berzo deceduta sabato sera in un terribile incidente in moto.

In programma stasera alle 20 nella loro casa la veglia funebre, mentre domani alle 17 nella chiesa parrocchiale del paese saranno celebrati i funerali.

Nato e cresciuto a Berzo lui, di Darfo lei. Mario lavorava come operaio alla Dmw (ex Dalmine) di Costa Volpino ed era uno sportivo doc: scialpinismo, deltaplano, escursionismo, due ruote, tutto andava bene pur di essere in movimento. La famiglia Cere è molto conosciuta in paese: il padre, oggi scomparso, è stato sindaco, mentre la mamma novantenne Lucia è stata la maestra di generazioni.

Manuela, un po’ più riservata, lo seguiva nelle sue passioni: lavorava come infermiera nel reparto di Ortopedia dell’ospedale di Esine. Sabato rientravano da un festival di scultura lignea: il papà di Manuela era un abile falegname e Mario aveva mutuato la passione. Erano soci degli Amici di San Glisente, associazione di amanti della montagna: «Non mancavano mai, con Alessandra, portata a spalle fin da piccola».

In paese non li si vedeva spesso, se non sfrecciare in bici per accompagnare la figlia a scuola. «Faremo di tutto per starle vicino - dichiara il sindaco Ruggero Bontempi -, quanto accaduto segna di nuovo la nostra comunità». Un anno fa in un incidente in autostrada sono morti infatti due giovani di Berzo. Poche settimane fa invece è deceduto sul lavoro un altro appassionato di montagna.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia