Scienze della formazione, educare per crescere individui e comunità

«La sede di Brescia ha da sempre un fulcro legato alle tematiche educative e formative». Il preside di Scienze della formazione, Domenico Simeone, parte dal legame con la sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per raccontare le caratteristiche della facoltà, nata nel 1926: «Proprio la sede di Brescia ha avuto avvio con i corsi della Facoltà, che allora si chiamava di Magistero», spiega.
Oggi Scienze della formazione nella nostra città propone tre corsi, una triennale, una magistrale e una laurea a ciclo unico di cinque anni.
I tre percorsi
Il primo percorso triennale è Scienze dell’educazione e della formazione: «È una laurea che prepara gli educatori secondo due diversi indirizzi – spiega Simeone –. Da un lato forma gli educatori che lavoreranno nei servizi alla persona, a sostegno delle persone fragili, delle persone anziane e al tempo stesso anche in servizi educativi per i giovani, gli adolescenti o in attività formative rivolte agli adulti. L'altro percorso parallelo è invece dedicato in maniera più specifica alla preparazione di educatori che lavoreranno nei servizi della prima infanzia come nidi, ludoteche o servizi rivolti però prevalentemente a bambini da zero a tre anni».
Il corso in Scienze della formazione primaria dura invece cinque anni e prepara gli insegnanti della scuola dell’infanzia e delle elementari, mentre il terzo dei tre corsi erogati a Brescia è la laurea magistrale in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane: «È un percorso prepara la figura professionale del pedagogista – racconta il preside della facoltà –. In questo caso si tratta di un pedagogista che ha delle competenze di secondo livello per coordinare i servizi educativi, per occuparsi della formazione degli operatori e più in generale per gestire le risorse umane sia nei servizi educativi sia nei servizi di formazione in ambito aziendale o nell'ambito della formazione degli adulti».
Il filo rosso
Tre corsi differenti ma uniti da un filo rosso che è anche il carattere peculiare dell’offerta della facoltà: «Tutti questi percorsi di laurea hanno in comune l’attenzione per l’educazione come strumento di sviluppo della persona, sia che si tratti di un bambino piccolo sia che si tratti di una persona adulta o di un giovane o di una persona anziana – dice Simeone –. Ma l’educazione è vista anche come strumento di crescita della comunità. Credo che oggi occuparsi di educazione voglia dire guardare con fiducia al futuro, investire sul futuro e rendersi testimoni di una speranza credibile. Ancora – aggiunge il preside della facoltà – tutti questi tre percorsi hanno in comune il fatto di dare particolare valore anche all’esperienza diretta nei servizi e nelle scuole: oltre a un’offerta formativa di carattere più teorico, c’è infatti anche un’esperienza di tirocinio significativa in cui gli studenti già nel loro percorso di formazione hanno la possibilità di conoscere il mondo del lavoro, venendo aiutati anche da professionisti che già operano in questo ambito per conoscere le caratteristiche fondamentali della loro professione del futuro».
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