Erasmus, gli studenti bresciani: «Mettersi in gioco per il proprio futuro»

Aspettative della vigilia ampiamente confermate e già voglia di ripartire in Erasmus per Dennis Grassi, studente di Interior design alla Laba-Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, che in queste settimane sta trascorrendo un semestre di studio alla Escuela de Arte y Superior de Diseño di Las Palmas, Spagna.

«L’esperienza dell’Erasmus è stata super: è tutto un altro modo di mettersi alla prova – racconta –. Mi ha catapultato da casa mia al vivere da solo, con tutti i miei bisogni e le incombenze quotidiane da gestire in autonomia. E senza conoscere nemmeno una parola di spagnolo».
Quella di partire è stata una vera e propria necessità, racconta Dennis: «Nella mia solita vita mi sentivo chiuso e senza stimoli. Fare questa esperienza, cambiare aria, era qualcosa di cui avevo bisogno. Ed è qualcosa che ti fa crescere, che ti mette davanti a sfide che devi superare». Tanto che emerge già chiaramente la volontà di ripetere l’esperienza in futuro, seppur se in modo diverso: «La prima volta, a essere sincero, ho pensato più alla possibilità di conoscere nuove persone che all’aspetto universitario. Vorrei rifare l’Erasmus nei prossimi anni, ma pensandolo più in un’ottica di carriera».
E proprio il futuro lavorativo è stato un elemento importante nella scelta di aderire al Programma europeo: «La professione di interior designer ha una netta vocazione internazionale. Quindi – conclude Dennis – fin dall’inizio del mio percorso universitario l’intenzione è stata di andare, un domani, all’estero per lavoro».
Esperienza a Granada
Valigie quasi pronte e tanta voglia di scoprire nuove realtà per Agnese Grisi, studentessa al quinto anno di Medicina all’Università degli Studi di Brescia. Destinazione prevista per l’Erasmus? L’Università di Granada, Spagna. Molte sono le aspettative: «La competenza linguistica è forse la motivazione principale per questa scelta – racconta. Mi piace però anche l’idea di trascorrere un semestre fuori da Brescia e dalla nostra realtà, avendo in più la possibilità di viaggiare». Ma la scelta è dettata anche da aspetti pratici, legati al percorso di studi in medicina: «C’è sicuramente la curiosità di vedere come funziona un ospedale fuori dall’Italia», spiega Agnese.

La decisione è stata presa anche sulla base dei racconti di altri compagni dello stesso corso di laurea che hanno già fatto questa esperienza: «Sono tornati tutti molto entusiasti, arricchiti anche dal punto di vista accademico». E questa avventura sarà anche banco di prova per capire cosa fare in ambito professionale: «In generale, l’idea di lavorare all’estero, per quanto astratta al momento, è qualcosa che tengo in considerazione. Vorrei che l’Erasmus mi servisse anche a capire le dinamiche negli ospedali fuori dall’Italia».
Più tribolata è stata la scelta della destinazione: «La mia prima scelta era Strasburgo, in Alsazia; Granada era la seconda opzione. Avrei preferito la Francia per una questione linguistica, essendo più incuriosita dal francese che dallo spagnolo. Mi dicono però che a Granada faccia molto più caldo che a Strasburgo; quindi – conclude ridendo – va bene anche così».
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