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Elettrodi e semini di peperoni: la ricerca si fa divertente

Laboratori e curiosità in Santa Giulia per la «Notte dei ricercatori» dei due atenei bresciani
  • La Notte dei ricercatori 2018
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Qualche visitatore di Santa Giulia ieri pomeriggio si sarà chiesto perché mai un ragazzino passeggiasse per le Domus dell’Ortaglia con decine di elettrodi in testa o che cosa c’entrasse con le sale del museo una giovane intenta a estrarre semini da un peperone.

Tutto può succedere nella Notte europea dei ricercatori, che, anziché al calar del sole, si è svolta ieri nel corso di tutta la giornata. Dopo i laboratori nelle diverse sedi universitarie bresciane, la festa in onore della ricerca si è spostata al Museo di Santa Giulia. Qui decine di giovani ricercatori dell’Università degli Studi di Brescia, della Cattolica e del conservatorio Marenzio (presenti anche stand informativi delle accademie di belle arti Laba e Santa Giulia) hanno mostrato il lato divertente della ricerca.

Per esempio? Gli specializzandi in Medicina dello sport dell’UniBs hanno portato in Santa Giulia una piccola parte del laboratorio di Fisiologia clinica integrativa, invitando il pubblico a salire su una cyclette per un test da sforzo cardiovascolare sotto massimale, che, attraverso la pedalata, misura il livello di allenamento. A Niccolò, uno studente del liceo scientifico Bagatta di Desenzano, è stato chiesto di girare per le Domus dell’Ortaglia con in testa elettrodi che lo collegavano a computer e tablet: in questo modo, le ricercatrici del dipartimento di Psicologia della Cattolica potevano osservarne i movimenti oculari e vedere su quali oggetti concentrava l’attenzione.

Gianluca Poldi, fisico esperto in diagnostica delle opere d’arte, è stato invitato dai dipartimento di Fisica della Cattolica per mostrare come sia possibile indagare un dipinto: su una tavolozza con diverse ricette di colore prese da grandi artisti del passato è stato puntato uno spettrometro di riflettenza collegato a computer: «In questo modo - ha spiegato Poldi - è possibile analizzare il pigmento e, in base alla sua composizione, risalire all’età e alla fattura dell’opera».

Il team di ricerca anatomica applicata alla chimica (UniBs e Civile) ha invece proposto un gioco divertente facendo entrare i visitatori nei panni di un anatomista, chiedendo di provare a togliere i semini dall’interno di un peperone usando telecamera ottica e pinza emostatica. Centinaia le ragazze e i ragazzi coinvolti, alcuni dei quali hanno anche partecipato alla caccia al tesoro di arte e matematica per le vie del centro storico e alle visite guidate in lingua straniera organizzate dalla Cattolica.

 

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