Cerimonia dei laureati UniBs, il rettore: «Il mondo ha bisogno di voi»

Il manto verde e, a contrasto, centinaia di tocchi, simboli del titolo accademico e del sapere. A Campo Marte, il colpo d’occhio è suggestivo. Gli oltre mille laureati e laureate magistrali e triennali dell’anno accademico 2023-2024 dell’Università degli Studi di Brescia sono riuniti nel parco cittadino per «Ad Maiora», la tradizionale cerimonia di consegna dei diplomi universitari. Con tocco e toga d’ordinanza, sfidano il caldo africano da bollino rosso assieme ad amici e parenti.

Il Chorus Universitatis Brixiae diretto dal Maestro Silvio Baracco punteggia gli atti della cerimonia. Il corteo dei docenti togati e di cinquanta laureati con lode, partito dalla sede di via San Faustino dell’ateneo arriva a Campo Marte.

«Sono stato studente di questo ateneo e ricordare questi momenti di festa per il traguardo della laurea raggiunta mi tocca da vicino», ricorda il vicesindaco di Brescia, Federico Manzoni. «Da oggi la nostra provincia ha nuovi professionisti che potranno contribuire alla nostra crescita», dice il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini.

La cerimonia

Tra gli ospiti c’è anche Sergio Cavalieri, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo che ribadisce quanto la collaborazione tra le due università cresca di anno in anno. Il rettore, Francesco Castelli, regala ai neo dottori un ricordo personale. «I miei genitori si sono conosciuti all’università, al Politecnico di Milano», racconta. Dai primi quattro laureati nel 1983 l’Università degli Studi di Brescia è arrivata ai 2.836 del 2024: dalla sua fondazione i dottori e le dottoresse sono stati ben 72 mila.

«Oggi siamo una comunità di 17 mila studenti», rammenta Castelli, che sprona i giovani laureati a usare la loro voce e ad essere «costruttori di pace». «Il mondo ha bisogno delle vostre passioni e delle vostre competenze. Cercate di costruire ponti e non muri», conclude ricordando anche il primo rettore della Statale, il professor Augusto Preti, recentemente scomparso.

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Oltre i discorsi ufficiali però il momento più emozionante è quando sul palco salgono, per la consegna dei diplomi, in rappresentanza di tutti i neo dottori e delle neo dottoresse della Statale, cinquanta laureati e laureate che hanno meritato la lode. In un ideale trait d’union tra generazioni, l’ateneo, con l’Associazione Alumni ha festeggiato anche chi ha conseguito la laurea nel 1985, quarant’anni fa, chiamando sul palco i laureati di quell’anno. Una pergamena è stata consegnata ai docenti emeriti Marina Colombi, Fabio Facchetti e, alla memoria, a Franco Docchio, scomparso quest’anno: a ritirarla la figlia Silvia.

In chiusura poi è andato in scena il tradizionale lancio del tocco accademico, metafora della trasmissione del sapere che simbolicamente si diffonde come pioggia dall’alto e diventa patrimonio dell’intera comunità. E oltre un migliaio di tocchi, si è librato nell’aria, cadendo dolcemente sul prato di Campo Marte.