Coma_Cose: «Un consiglio a Blanco? Goditi ogni momento»

Highlander. Dovessimo descrivere Fausto «Lama» Zanardelli, salodiano, metà del duo Coma_Cose con Francesca «California», useremmo questo termine. Ha debuttato nel 2021 a Sanremo a 39 anni, dopo una carriera intensissima vissuta in mille vesti: rapper, versatile cantautore electro - pop (col moniker Edipo, protagonista anche di un’esperienza con etichetta major, senza grandi esiti), ma pure produttore di band che sognavano di diventare famose, in un attrezzato sottoscala di Cunettone. Alla fine, famoso è diventato lui, tenendo duro, reinventandosi, compiendo le scelte giuste.
I Coma_Cose tornano ospiti a Sanremo oggi, giovedì. Proporranno «Fiamme negli occhi», il brano in gara nel 2021: ventesimo nella classifica finale, ma fortissimo in radio, e grimaldello per ampliare di parecchio una già vasta platea di ascoltatori, costruita con bravura «artigianale» e costanza, da veri indipendenti. Con California canterà in diretta su Rai1 dalla nave Costa Toscana, ormeggiata a un chilometro dalla costa di Sanremo.
Blanco, gardesano come lei, si trova in una situazione molto diversa... È molto giovane e bravissimo. Ha già fatto numeri significativi. Un consiglio non richiesto? Deve pensare a divertirsi. Ed evitare di sentire il peso del Festival. In questa fase della carriera può ancora essere e diventare ciò che desidera.
Per lei cosa era stato, invece, il Festival edizione 2021? Una sorta di premio alla perseveranza. In un’edizione coraggiosa, forse anche più di questa, per quanto riguarda la scelta del cast. Le canzoni lanciate hanno avuto vita lunga, e non sono state spazzate via dal ciclo delle hit estive. Ma era stata anche un’esperienza stranissima, surreale, iperbarica. Uscivamo dall’albergo per andare in teatro attraversando una città deserta. Consci che ciò che avremmo fatto sarebbe stato comunque visto da milioni di persone. Sembrava di essere dentro a un videogame.Lei è stato dentro e fuori dal rap nell’arco di tutta la sua carriera, e pure con i Coma_Cose. L’ondata trap pare essere scemata. È il momento del ritorno alla melodia, come testimonia la stessa parabola di Blanco? La trap è stata un po’ come il punk a fine Anni Settanta. Una bomba, ma per un tempo limitato. Poi era arrivata la new-wave che aveva preso alcuni elementi della scena precedente, e li aveva inseriti in un contesto più variegato. Ecco, credo che la scena italiana sia vicina a sperimentare una specie di new-wave. Io ho sposato il rap ha 16 anni. A 19 il divorzio. Poi ha fatto parte della mia carriera. Ma, adesso, con i Coma_Cose stiamo ragionando da band, anche per quanto riguarda i progetti. Desideriamo dare respiro alla nostra anima live. Che, poi, è quella che maggiormente ci definisce.
Non c’è stato spazio per un Sanremo bis? Amadeus, in realtà, è un amico. Ci sarebbe piaciuto. Ci sono stati abboccamenti. Ma, per noi, la musica è la prima cosa che conta. E, in quel momento, nel nostro hard-disk non c’era la canzone giusta. Per il futuro, mai dire mai. Adesso lavoriamo al nuovo disco. Abbiamo registrato diversi provini. Dobbiamo passare alla Fase B. L’album dovrebbe uscire dopo l’estate.
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