Tutti i segreti del Trap Concaverde, dal Totem all’armeria interna
Eravamo 4 amici al bar che volevano cambiare il mondo (del tiro al volo)…e ci siamo riusciti. All’inizio del 1982 l’elettrauto Bruno Carella, il falegname Fausto Chiaramonti, il frigorista Roberto Zilioli e l’imprenditore Egidio Tolettini non potevano ancora sentire il capolavoro di Gino Paoli, uscito poi nel 1991, ma ad un tavolino di una trattoria hanno partorito un’idea che ha cambiato per sempre la storia del tiro volo: creare un Campo di tiro al piattello chiamato «Concaverde» e situato nel territorio di Lonato. L’impulso decisivo è arrivato dagli stancanti pellegrinaggi sui vari campi nazionali per i quattro amici che, infatti, decisero di costruire il proprio «campetto» diventato però, nel corso degli anni, l’impianto più grande al mondo.

La nascita
I quattro amici, e compagni di tiro, erano soliti trovarsi ogni venerdì sera per cenare assieme e per programmare gli appuntamenti di tiro del weekend. Ed è stato proprio durante una di queste cene all’inizio del 1982, probabilmente con l’aiuto di un giro aggiuntivo di amari, che è comparsa la suggestione, buttata lì quasi per scherzo, di creare un campo di tiro per godersi i sabati e le domeniche in tranquillità.
Il giorno successivo però quella che sembrava una boutade si trasformò in un’idea vera e propria con Bruno Carella che propose anche un luogo secondo lui ideale: un terreno di proprietà del dott. Linetti, medico di Lonato, vicino al lago sulla collina Basia nella frazione Brodena di Lonato. Dal dire al fare fu un attimo, il dottore accolse con favore l’idea dei 4 soci e nacque così la sede della Società Sportiva Concaverde. Il nome, scelto all’unanimità durante i sopralluoghi, univa la forma del luogo a bacinella (conca appunto) e la rigogliosa vegetazione presente (verde). La primissima versione della struttura era composta solamente da 2 campi di tiro che sono presenti ancora adesso e corrispondono al campo Perazzi e al campo Fausti.

Nella progettazione e nella realizzazione del centro ci mise lo zampino anche Vittorio Piovanelli, proprietario dell’omonima armeria. Proprio l’esperienza nel settore di Piovanelli fu fondamentale per trovare soluzioni balistiche e tecniche rivelatesi poi negli anni particolarmente lungimiranti. Da allora, infatti, lo stesso Piovanelli decise di avere un distaccamento della sua armeria proprio all’interno di Concaverde, ed è così ancora oggi. La struttura venne subito affiliata alla federazione nazionale per poi aprire dal 1991 anche agli eventi internazionali organizzati dalla Issf. Il tutto sotto la gestione di Egidio Tolettini e di Bruno Carella che, scomparsi poi rispettivamente nel 2011 e nel 2004, hanno passato la mano al nipote di Bruno Ivan, formato proprio dallo zio e dal presidentissimo Tolettini.
La strada per la vetta del mondo
Ora Concaverde occupa una superficie di circa venti ettari ed è situato in mezzo alle colline moreniche del basso Garda, ma cosa lo ha reso un eccellenza mondiale? Sicuramente la lungimiranza nella scelta della posizione rivelatasi poi strategica sia dal punto di vista tecnico che logistico (vicinanza con autostrade e aeroporti).
Senza alcun dubbio ha influito anche il fatto che sorga in provincia Brescia dove hanno sede alcuni dei più importanti costruttori di armi al mondo quali Beretta, Perazzi, e Rizzini. Tornando alla questione tecnica l’orientamento di tiro scelto verso nord per i 2 campi originali, disposti lungo un asse longitudinale e tra loro affiancati, minimizza il disturbo dovuto all'esposizione solare diretta dei tiratori. La barriera in terra rivestita con teli disposta di fronte alle pedane di tiro lungo tutto il profilo longitudinale dell’impianto consente nello stesso tempo di mitigare il rumore prodotto dagli spari, di avere le adeguate condizioni di sicurezza balistica e di raccogliere con facilità tutti i residui prodotti dal tiro. Tutte scelte particolarmente azzeccate, che adesso sarebbero date quasi per scontate, ma all’epoca fecero scuola al punto da far guadagnare al Trap Concaverde il soprannome di Università del Tiro.
La visione dei 4 appassionati ha permesso così una crescita costante ed inesorabile dell’impianto con l’ampliamento a 5 campi già nel 1984 e a 6 nel 1987, si è poi arrivati ad 11 nel 2005 prima di raggiungere nel 2010 quella che è la conformazione attuale con ben 12 campi di tiro. L’eccellenza risiede poi, come spesso accade, nei dettagli con la scelta ad esempio di utilizzare dei bersagli privi di componenti chimici, un sistema in grado di recuperare tutti i residui dell’attività di tiro pronti per il riciclo e, dal 2023, anche il raggiungimento del 100% di alimentazione del centro fatta con energia rinnovabile.

Dal punto di vista della fruibilità Trap Concaverde ha raggiunto vette che non sono ancora state replicate nel resto del mondo: Durante le gare, risultati e classifiche vengono trasmessi in tempo reale nella club house adiacente la segreteria, mediante una serie di monitor dedicati. Monitorizzazione ad alta tecnologia di tutte le performance di tiro sia durante le gare che durante gli allenamenti. L'impianto è dotato di una propria armeria, con servizio di custodia dei fucili, presso la quale si eseguono controlli e riparazioni di ogni genere. In aggiunta ai dodici campi di tiro è stata realizzato un «campo pratica», espressamente dedicato ai neofiti e principianti, in uno spazio distinto da quelli destinati alle attività agonistiche.

L’ampio parcheggio recintato e videosorvegliato è stato attrezzato con energia elettrica ed acqua per essere in grado di ospitare camper e roulottes degli atleti. Sono presenti bar, ristorante e self service con una capacità di circa 200 coperti. L'impianto è stato progettato e realizzato eliminando ogni barriera architettonica ed ospita con regolarità eventi sportivi organizzati dal Comitato italiano paralimpico.
Al Trap Concaverde si possono praticare tutte e due le specialità olimpiche di tiro al volo - Trap e Skeet – oltre a quelle di carattere amatoriale. Ad alimentare la fama e la crescita della struttura ci ha pensato la collaborazione con la Issf (International Shooting Sport Federation) avviata nel 1991. Da allora al trap Concaverde si sono svolte 17 tappe di Coppa del Mondo, 3 Mondiali, 4 Europei, 1 tappa di Coppa del Mondo Paratrap, 1 Europeo di Paratrap e 2 Mondiali di Paratrap.
Il segreto del Totem
Il simbolo del Concaverde è il Totem realizzato dal fabbro Giovanni Bertazzoli, detto «Gions» che svetta sulla Basia, ovvero la collina della frazione di Brodena di Lonato. Si tratta di un monumento alto quasi 5 metri composto da un corpo centrale e due ali laterali che l’artista ha realizzato con l’idea di formare una T (per tiro) completata da V (per volo). Tiro al volo appunto. L’idea fu dello stesso fabbro di Lonato che la propose ai quattro soci fondatori realizzando un prototipo in scala ridotta, ma servì diverso tempo per l’approvazione, il reperimento delle risorse e la realizzazione. Il Totem, posizionato nel 1983 su un basamento di cemento appositamente preparato, ha anche una scanalatura al vertice segno della linea di tiro, e una protuberanza, nella parte alta a destra, a raffigurare l’occhio del tiratore.
I segreti del Totem però non finiscono qui perché Gions decise di inserire all’interno dell’opera una cassetta contenente i reperti dei materiali, i disegni del soggetto, diverse monete da cento lire (che si era fatto dare da tutti i curiosi passati in visita all’officina durante la realizzazione che chiedevano spiegazioni in merito) e anche tutti i commenti che i quattro soci fondatori si scambiarono all’epoca fra loro e che lui, senza che ne fossero a conoscenza, aveva annotato su un taccuino ogni qualvolta si incontrarono in sua presenza. Chiaramonti, Zilioli, Carella e Tolettini, non sono mai venuti a conoscenza di quanto ci sia scritto in quelle carte perché la sepoltura nel basamento e l’integrità della saldatura garantiscono che il segreto del Totem non sia mai violato.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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