Silvia Saletti: due adozioni, un asilo parentale e ora un libro

Domenica alle 15.30 all’asilo La Libellula nel Bosco, in via Bertoli a San Polo, verrà presentato «Oggi vi racconto la mia storia», il libro autobiografico della castenedolese Silvia Saletti. Un libro (e una vita) costruiti sull’amore e sulla felicità, «perché da quando c’è Lorenzo in questa casa la felicità è 24 ore su 24».
L’adozione
Non è sempre stato così. «Accettare che il mio grembo non potesse fiorire con la vita che tanto desideravo – ricorda Silvia – ha comportato un cammino intimo e spesso solitario. Non volendo permettere alla rabbia di distruggere tutto, mi sono incamminata sulla via dell’accettazione: e siccome il desiderio di donare amore materno era ancora vivo, mio marito ed io abbiamo scelto l’adozione». Facile? «No: carte da compilare, analisi mediche, colloqui con i Carabinieri, l’imbarazzante necessità di spiegare ai datori di lavoro cosa stavamo facendo... E quando il traguardo sembrava vicino, ecco il Covid, che ha fermato tutto».
La notizia più bella
Per tenere viva la speranza, nell’anno della pandemia Silvia e il marito hanno preparato la cameretta del figlio che ancora non avevano. Poi, tra paure e speranze, il 14 settembre 2021 è arrivata l’udienza per l’idoneità a diventare coppia adottiva: all’orizzonte è apparso un bimbo di 24 giorni con Sindrome di Down. Con tutto l’amore che avevano, Silvia e il marito sono diventati la mamma e il papà di Lorenzo.
«Anche se non tutti i familiari hanno accettato l’adozione – ricorda oggi Silvia –, con Lorenzo siamo rinati, perché ci ha insegnato l’amore. Così abbiamo deciso di adottare un altro bambino». Silvia ha sempre sognato di avere due figli: «Ma è stato Lorenzo a chiederci un fratellino. A parole, ma non solo: un giorno siamo entrati in un negozio di abbigliamento e lui si è fiondato verso i vestiti per neonati. Messaggio chiarissimo: e il 24 settembre è arrivata la sorellina».
Frutti d’amore
Questa esperienza di amore e felicità è diventata un libro, ma anche un asilo: «Volevo realizzare qualcosa di speciale – dice Silvia –, non solo per Lorenzo, ma anche per tanti altri bambini. Sentivo il desiderio di trasformare il nostro percorso in un messaggio di speranza e amore, qualcosa che potesse aiutare altre famiglie e altri bambini».
Così è nata La Libellula nel Bosco, una scuola dell’infanzia parentale immersa nella natura: «Un luogo dove i bambini possono crescere liberi di esplorare, sporcarsi le mani con la terra, ascoltare il canto degli uccelli e conoscere il mondo con curiosità e senza fretta». Una scuola con soli 15 bambini seguiti da 4 maestre, che possono adottare metodi e percorsi personalizzati.
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