Da Sarezzo a Santiago in bici: 26 giorni tra sogni e fatica

Barbara Fenotti
Veronica e Sebastiano hanno percorso l’intero Cammino partendo da casa: sulle due ruote oltre 2.400 chilometri
I due ragazzi valtrumplini - © www.giornaledibrescia.it
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Duemilaquattrocento chilometri, 26 giorni di viaggio, due biciclette e un sogno coltivato da tempo: arrivare in bicicletta a Santiago di Compostela partendo da casa. È l’impresa che hanno portato a termine Veronica Botti, 26 anni, operatrice al Cvl di Lumezzane, e Sebastiano Zambonardi, 31, giardiniere. La coppia di giovani, residente in Valle di Sarezzo, è partita lo scorso 15 luglio e ha raggiunto la cattedrale galiziana il 7 agosto, spingendosi fino a Finisterre, dove tradizionalmente si conclude il Cammino.

Non era la prima volta che affrontavano Santiago: «Abbiamo già fatto diversi cammini a piedi, circa 800-900 chilometri ciascuno - raccontano -. Ci sarebbe piaciuto partire da casa camminando, ma non avremmo avuto abbastanza tempo, così abbiamo optato per la bici, una novità assoluta per noi». Il loro diario di viaggio, pubblicato sul profilo Facebook di Veronica, è stato seguito giorno per giorno da amici e curiosi tra fotografie, racconti e riflessioni. Un modo per condividere un’esperienza che, dicono, «potrebbe essere d’ispirazione per chi sogna di mettersi in cammino, a piedi o in bici».

Il percorso

Il percorso li ha portati prima a Pavia, quindi verso Torino e le Alpi. Il Monginevro è stato il passaggio chiave per entrare in Francia, da dove hanno proseguito per Savines-le-Lac e poi giù verso la Costa Azzurra. Dopo Marsiglia hanno risalito il Sud della Francia passando da Montpellier, Carcassonne e Tolosa, seguendo la via Tolosana, tradizionale itinerario dei pellegrini francesi. Superati i Pirenei sono entrati in Spagna da Roncisvalle, unendosi al Cammino Francese fino a Santiago. «In Italia e in Francia abbiamo trovato ciclabili curate, asfaltate o sterrate ma ben battute - spiegano -, mentre in Spagna il percorso si è fatto più duro, con strade meno agevoli che in alcuni tratti li hanno costretti a spingere la bici persino in discesa».

Nelle prime tappe hanno dormito in tenda, appoggiandosi ai campeggi, mentre lungo il Cammino hanno scelto gli ostelli dei pellegrini. «Non avendo mai pedalato così tanto di fila ci siamo sorpresi di noi stessi - ammettono -. È bello riscoprirsi capaci di fare cose che sulla carta sembrano impossibili». L’incontro con persone provenienti da ogni parte del mondo è stato un altro elemento centrale: «Il Cammino ti restituisce umanità - raccontano -. Ti rendi conto di quanto sia prezioso condividere fatica e speranza con gli altri».

Rientrati pochi giorni fa, Veronica e Sebastiano non escludono nuove avventure: «Ci piacerebbe l’Irlanda - affermano -, magari percorrere la costa ovest in bici. Sarebbero altri 2.500 chilometri, paesaggi diversi, climi opposti. Non è facile tirare una conclusione definitiva dopo un viaggio così, ma di sicuro sappiamo che la strada, qualunque sia, continuerà a chiamarci».

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