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«Ad Astra», il significato del premio consegnato al Galà dei Bilanci

Anita Loriana Ronchi
In dono ai migliori imprenditori l’opera realizzata in ottone riciclato dallo scultore bresciano Edoardo Ferrari
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Come è nato il premio «Ad Astra» (video di Gianluca Chincoli)
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«Ad astra», ovvero fino alle stelle, verso cose maggiori. Proprio le mete che si sono prefissate, e che hanno raggiunto con grande costanza e impegno, le aziende bresciane premiate al Galà dei Bilanci. Ed è questo il titolo dello stesso premio, creato per l’edizione 2024 dallo scultore bresciano Edoardo Ferrari, a voler allegoricamente rappresentare quel legame tra natura e impresa, ma anche la sintesi tra arte e know-how imprenditoriale, che connota la realtà delle tante aziende del nostro territorio che, ogni anno, «brillano» nella serata loro dedicata.

Il significato

A spiegare l’idea che ha animato la sua creazione artistica è lo stesso scultore: «Mi sono ispirato alle forme che assume la natura quando si protende verso l'alto, semplicemente ai tronchi degli alberi, che per me sono simbolo di resilienza e di forza, ma anche di un anelito ad innalzarsi sempre di più. La forma è ricavata dal pieno, tagliata con filo incandescente – si possono percepire quasi i dibattiti cardiaci mentre il filo taglia –, per cui sono forme che vengono da un casuale controllato».

«Il messaggio che voglio trasmettere – aggiunge l’artista – è innanzitutto il desiderio di ascendere, il desiderio di rispettare la natura, non dimentichiamo che moltissime aziende piantano alberi, e il desiderio di rispecchiarci, come possiamo fare nelle parti lucide, un poco nel successo».

Il fusto dell’albero che si slancia verso il cielo è emblema della crescita e solidità delle aziende che, sul palco del Massimo, hanno ricevuto il riconoscimento e che si rivelano allo stesso tempo radicate nella tradizione e proiettate verso il futuro.

Sostenibilità

Il premio del Galà dei Bilanci - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Il premio del Galà dei Bilanci - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Ogni scultura è stata realizzata in ottone riciclato, sottolineando altresì l’impegno delle realtà made in Brescia per la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente. Si tratta di un dono unico ed esclusivo, poiché ogni azienda premiata ha ricevuto non solo l’opera finale, ma anche il prototipo ed il progetto della propria scultura concepiti come un concept replicabile dall’autore in diversi materiali e in differenti dimensioni.

Le opere assegnate condividono infatti lo stesso concetto che ha guidato la mano di Ferrari, ma ciascuna costituisce un’opera originale, in quanto sono state plasmate singolarmente, una ad una, e fuse per sublimazione. È la cifra della tecnica studiata dall’artista, che gli ha permesso di creare texture peculiari, rendendo ogni pezzo irripetibile.

L’artista

Edoardo Ferrari ha seguito le orme del padre e del nonno; ha completato gli studi all’Accademia di Belle arti di Brera Milano ed ha eseguito centinaia di opere esposte al pubblico, soprattutto in edifici dedicati al culto, basiliche, cattedrali, chiese tra Italia, Francia, Balcani e America latina. La sua ricerca esplora materiali classici come bronzo, marmo e alluminio, cui applica un metodo di lavorazione capace di trasformare la superficie in simbolo e di far dialogare l’opera con il contesto circostante, mediante un approccio che fonde tradizione e innovazione: lo stesso connubio che contraddistingue il quotidiano operare delle migliori aziende bresciane. ​​​​​​

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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