La donna che «scrocchia» i cavalli: chi è l’osteopata Carlotta Donati

La bresciana tratta soprattutto cavalli agonisti e cani da competizione, ma anche gatti e asini, il tutto manipolandoli senza medicinali o chirurgia
Carlotta Donati, osteopata animale
Carlotta Donati, osteopata animale
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«Ho il cane un po’ storto, vorrei rimetterlo in sesto». Ed è a questo punto che entra in scena Carlotta Donati, osteopata che ha deciso di indirizzare la manipolazione sugli animali, e non sugli esseri umani. Cani e cavalli, qualche gatto, una volta addirittura un asino: i suoi clienti non parlano, ma esprimono i malesseri attraverso postura, lamenti o comportamenti strani. Lei è lì, pronta a massaggiarli, scrocchiarli, riallinearli.

La sua storia

Arrivata all’osteopatia per passione, Donati è da sempre è innamorata degli animali. Soprattutto, sua madre da ragazza andava a cavallo: è stata lei a trasmetterle l’amore per l’equitazione, che pratica da quando ha dieci anni. Una volta cresciuta ha cercato una professione che la facesse rimanere il più possibile a contatto con il mondo animale. «Ma veterinaria non faceva per me – spiega sorridendo –, ci sono troppe decisioni dolorose da prendere». 

Donati ha conseguito la laurea in Osteopatia a Milano, dopo un ciclo di studi durato cinque anni, frequentando poi alcuni corsi post graduate e master in Osteopatia animale. «Per le specializzazioni mi sono dovuta recare all’estero: qui l’osteopatia non ha ancora attecchito, mentre altrove c’è un approccio più olistico e globale nei confronti della salute umana e animale».

Il primo corso post-laurea l’ha seguito a Roma, apprendendo tutto da un osteopata belga che, dice, ha portato l’osteopatia animale in Italia. E poi è stata in Canada, Scozia, Inghilterra… Zone in cui, fa notare, il cavallo è uno stile di vita. «Soprattutto in Regno Unito: vista la centralità dell’animale negli anni hanno approfondito molte più tecniche rispetto a noi italiani».

Carlotta Donati al lavoro su un cavallo
Carlotta Donati al lavoro su un cavallo

Cos’è l’osteopatia animale

Ma facciamo un passo indietro. Per capire l’osteopatia animale è bene capire cosa sia l’osteopatia, che è solo lontana parente della fisioterapia alla quale spesso viene accostata. È, infatti, una disciplina manuale che tramite manipolazioni mirate punta a diagnosticare e trattare disturbi del corpo considerandolo nella sua globalità, senza uso di farmaci o chirurgia.

 «La filosofia osteopatica umana e animale è la medesima, perché di base la struttura generale è la stessa. Ancora oggi si storce il naso pensando a questa disciplina, soprattutto quando applicata sugli animali. Ma hanno le stesse nostre disfunzioni e gli stessi problemi, suppergiù. A maggior ragione cavalli e cani agonisti, che sono quelli che tratto maggiormente: sono veri atleti. Il cavalo, inoltre, deve aggiungere ai suoi problemi quelli del cavaliere o della cavaliera che sta sulla sua groppa, perché si trova a sopperire a essi. Se i fantini hanno problemi di postura, questi si riflettono sull’equilibrio e sulla struttura del cavallo».

Carlotta Donati mentre tratta un cavallo
Carlotta Donati mentre tratta un cavallo

Anche i cani hanno il mal di testa

Anche i cani da competizione sono una grossa fetta dei pazienti di Donati. «Ma ricevo anche tanti cani e cavalli domestici con mal di schiena, zoppie, anomalie viscerali… Molti problemi sono simili ai nostri. Il mal di testa, per esempio: i cani a volte hanno forti tensioni cervicali che bloccano l’organismo e creano ristagni».

L’osteopatia applicata al mondo animale ha anche un vantaggio, secondo Donati. «Gli animali non hanno capacità razionale e non si fanno influenzare: se il trattamento è efficace oppure se non lo è lo si capisce subito, non c’è interpretazione o effetto placebo. Certo, gli manca la parola, ma è molto stimolante capire cosa non va attraverso le mie mani e attraverso il loro modo di comunicazione». Per esempio: quando i cavalli impennano spesso o fanno sgroppate ricorrenti, quella potrebbe essere una manifestazione di disagio fisico. «Mio compito è capire ciò che non va».

L'osteopata animale tratta un cagnolino
L'osteopata animale tratta un cagnolino

I sintomi

Anche i padroni degli animali possono intuire quando c’è bisogno dell’osteopata o del veterinario. Ci sono infatti della manifestazioni concrete, spiega Donati, come «le zoppie o le deambulazioni alterate. Anche la difficoltà a salire e scendere dalle scale o dal divano è un segnale di malessere. E poi ci sono i lamenti e i versi di dolore al tocco o quando si accarezza l’animale. La rigidità a volte è visibile e oggettiva. Non va poi sottovalutato il rapporto cane-padrone o cavallo-fantino: conoscendo a fondo l’animale, si percepisce meglio quando c’è un problema. Il cavaliere sul cavallo, per esempio, percepisce rigidità e zoppie, ma anche accudendolo e strigliandolo può intuire qualcosa». 

Bisogna quindi fare attenzione prima di tutto al cambiamento nel comportamento: «È l’unico modo in cui manifestano del disagio, insieme all’atteggiamento più cupo e depresso del solito. Esprimono così il dolore».

Le tecniche

Le tecniche osteopatiche, dice Donati, sono numerose e si possono adattare a seconda del soggetto. Sul cane per esempio – nonostante i video virali dei chiropratichi e degli osteopati per animali che scrocchiano scenograficamente piccoli cagnolini o grossi esemplari canini – l’approccio può essere delicato.

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«Mi sono sempre trovata meglio con manipolazioni leggere, a livello fasciale o articolatorio, in modo poco invasivo per adattarmi meglio alla struttura. Se arriva un cagnolino di 15 anni con artrosi evito la violenza, come sulle persone. Il cavallo, invece, ha una struttura più massiccia e impegnativa. La manipolazione – come quelle ad alta velocità e bassa ampiezza – sui cavalli ha una buona resa proprio quando è più intensa».

L’osteopatia può infine essere anche preventiva. «Nel momento in cui si manifesta il sintomo l’osteopata aiuta, ma è utile anche per fare prevenzione. Da me arrivano anche puledri giovani: se la piantina cresce dritta, starà meglio per tutta la vita. E poi i cuccioli sono come gli umani: di gomma. Le prime fasi della vita influenzano lo sviluppo della crescita. Più le strutture si mantengono funzionali, più diminuisce il rischio di sviluppare problemi a lungo termine».

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