Da Montichiari una stampante 3D per aiutare i bambini del Bangladesh

Con una stampante 3D e la loro vocazione educativa, Evita Tobanelli, Giada Chiodi, Mattia Dimento e la cooperativa sociale La Sorgente di Montichiari stanno portando un seme di indipendenza in Bangladesh, nella missione avviata da Padre Riccardo Tobanelli a sostegno dei Tokai, ossia i bambini di strada.
Tra gli oggetti che stanno insegnando a produrre ci sono pettini personalizzati: «Le ragazze di Noluakuri prima condividevano un solo pettine, ora invece ne stampano di personalizzati, ciascuno con il proprio nome», riferisce la cooperativa che ha voluto supportare gli operatori nella loro esperienza.
Il progetto
Educare alla bellezza di imparare ciò che, in mezzo alle difficoltà più severe, può rendere più indipendenti. È questo il cuore pulsante del progetto, dove aiutare non è «semplicemente» assistere, bensì trasferire competenze, insegnare, mettere a dimora potenzialità future e la possibilità di immaginarle.

«Come cooperativa La Sorgente, ci è piaciuta l’idea di unirci a questa esperienza personale che i nostri operatori e soci hanno scelto di vivere, così si è deciso di sostenerla attraverso l’acquisto, da parte della cooperativa, della stampante 3D che stanno insegnando a utilizzare – spiega Daniela Turk, presidente di La Sorgente –. Evita è nipote di Padre Tobanelli e altre volte si era recata in missione. Quest’anno si sono uniti a lei anche Giada e Mattia. Sono partiti a fine novembre e si fermeranno per qualche settimana. Tutti loro hanno appreso competenze e potenzialità della stampante 3D nell’ambito dei servizi educativi rivolti ai giovani in cui sono attivi nella zona del lago di Garda. Pertanto siamo felici di sostenere questa circolazione di competenze maturate come educatori e soci della cooperativa attraverso un progetto che guarda oltre l’assistenza per mirare a un futuro di maggiore autonomia».
Il progetto
È possibile seguire la loro esperienza attraverso il blog Progetto Tokai Tobanelli e su Instagram (@fondazione_tobanelli): qui si trovano anche riferimenti utili se si desidera sostenere il progetto. Sul blog, inoltre, si leggono le loro testimonianze dirette: «Ci piace molto l’idea di portare la nostra esperienza di educatori in un contesto che è allo stesso tempo così simile e così diverso e poter osservare la differenza di reazioni, l’emergere di nuove possibilità. Riteniamo che per questi bambini, cresciuti deprivati di tutto, sia fondamentale imparare ad immaginare cose a loro sconosciute che possano aiutarli a riempire di contenuti le loro speranze».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
