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Chiedeva l’elemosina davanti all’ospedale: il medico gli regala una fattoria

Così il dottor Martino ha realizzato il sogno di Dahoud di tornare in Senegal per lavorare. La storia potrebbe diventare anche un film grazie alla sensibilità del regista Luca Rabotti
Il dottor Francesco Martino e Dahoud in Senegal - © www.giornaledibrescia.it
Il dottor Francesco Martino e Dahoud in Senegal - © www.giornaledibrescia.it
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L’auto rallenta e il finestrino si abbassa. «Negro», grida l’uomo alla guida. «Dottor americano playboy», risponde il senegalese che chiede l’elemosina nel parcheggio. Inizia così, con un teatrino che si ripete per anni ogni giorno davanti all’ospedale di Chiari, la storia di amicizia e generosità che lega Francesco Martino, urologo di Catanzaro che in quel presidio ha lavorato dal 1988 al 2022, e Dahoud, senegalese con la passione per la terra e gli animali. Una storia che grazie alla sensibilità del regista Luca Rabotti potrebbe diventare anche un film.

Generosità

«Dahoud - racconta il "Dottor americano playboy" - è un ragazzo alto uno e 90, buono e simpatico. Ci conosciamo da almeno 10 anni perché, da quando l’azienda di Lumezzane per cui lavorava è fallita, ogni giorno veniva dalla Valtrompia a Chiari per racimolare qualche soldo. Mi chiama "dottor" perché sono urologo, "americano" perché ho una bella macchina e "playboy" perché sostiene che sia brutto e abbia una moglie giovane e bella». Come altri, Martino gli ha sempre dato qualcosa dopo il turno in ospedale. Poi è arrivato il Covid, è scattato il lockdown e per il senegalese è diventato impossibile continuare a chiedere l’elemosina. A lui ci ha quindi pensato l’«americano» donandogli una tessera prepagata sulla quale periodicamente caricava il denaro.

  • La fattoria in Senegal di Dahoud
    La fattoria in Senegal di Dahoud
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    La fattoria in Senegal di Dahoud - La fattoria in Senegal di Dahoud
  • La fattoria in Senegal di Dahoud
    La fattoria in Senegal di Dahoud - La fattoria in Senegal di Dahoud
  • La fattoria in Senegal di Dahoud
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Conclusa l’emergenza sanitaria i due si sono rivisti e abbracciati. «Negro - gli ha detto il dottor Martino - qual è il sogno della tua vita?». «Tornare in Senegal e aprire un allevamento di pulcini - è stata la risposta -. Non mucche perché costano tanto, non maiali perché non possiamo mangiarli, ma pulcini sì: quando diventano galline fanno le uova, così ottengo altri pulcini che diventano galline...». L’«americano» ci ha pensato un po’ su, ma non troppo: «Ti aiuto io, compro il terreno così apri la tua fattoria», gli ha detto qualche giorno dopo. Il giovane con gli occhi lucidi non voleva crederci: «Se mi prendi in giro muoio di dolore».

Famiglia

Il dottor Martino ha mantenuto la parola. E da un annetto Dahoud è proprietario di una fattoria in Senegal con 6mila pulcini, due capre, qualche coniglio e 550 piante perlopiù di limoni. «Mi aggiorna quasi quotidianamente - racconta il medico -. Quando sono andato a trovarlo ho conosciuto cinque bambini che vivevano per strada morsicati dai cani. Li abbiamo ospitati nella fattoria e iscritti a scuola. Stanno bene e si divertono a innaffiare le piante. Dahoud è felice. Io gli ho detto che sarebbe ora che si trovasse una fidanzata. "No, no - mi ha risposto lui -. Almeno per due anni devo pensare solo al lavoro». 

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