Quando Armani venne a Montichiari: «Legato a questa provincia»

Ripubblichiamo di seguito un'intervista che Giorgio Armani rilasciò al nostro giornale nell'ottobre del 2016. L'occasione per intervistarlo fu una gara tra Germani e Milano al PalaGeorge: lo stilista si presentò a Montichiari pochi giorni dopo aver partecipato a una cena di gala negli Stati Uniti con l'allora presidente Barack Obama.
«Ma questo fa parte delle cose belle della vita: farsi catapultare da un posto all’altro, da un contesto all’altro apprezzando ogni posto e circostanza. A me queste “doppie realtà” che ti fanno passare da un tavolo importante ad un bagno di folla in mezzo alla gente piacciono moltissimo». Capito? Da Washington a Montichiari: senza passare dal via. Nessuno se lo aspettava di vedere il patron dell’Olimpia Giorgio Armani varcare la soglia del PalaGeorge.
E invece eccolo, accompagnato da un paio di collaboratori, arrivare in perfetto orario per assistere alla palla a due. Pronto ad accomodarsi in prima fila accanto alla presidentessa Graziella Bragaglio. Catalizzatore. Inconfondibile la sagoma di «re Giorgio», immerso nel suo leggendario blu: maglioncino e pashmina. Con occhiali da sole che non abbandona mai insieme al suo seggiolino intorno al quale nell’intervallo si assiste ad una processione: uomini, donne e bambini tutti in fila per chiedere una fotografia.
Armani non fa una piega: dice sì a tutti, sorride a tutti. Stringe mani e poi le apre per ricevere in dono la sciarpa degli irriducibili. «L’atmosfera che si respira qui – ci dice lo stilista patròn – rappresenta l’Italia. Qui c’è il basket dell’Italia. C’è la genuinità: quella che se vogliamo è una delle poche cose che la provincia in generale ha. È veramente un’atmosfera bellissima». Per Armani il basket: «È passione: una passione di famiglia. Lo praticavano mio fratello e mia sorella. A me dà anche ispirazione per la parte più sportiva dell’abbiggliamento che creo. È anche uno sport elegante, sì: da questo punto di vista risponde anche ad un certo cliché. Poi regala adrenalina: bellissimo».

Per Armani la visita a Montichiari è stata anche l’occasione per rivedere David Moss: «È sempre un piacere incontrare e rivedere un giocatore come David» e poi svela: «A Brescia e alla sua provincia sono molto legato affettivamente: da ragazzino con la mia famiglia ho trascorso molte vacanze in Vallecamonica, a Temù». L’aneddoto è servito. Mentre la partita scorre, va e si incanala sui binari propri di Milano: «Che quest’anno – chiosa Armani – deve fare la parte del leone». Mancano circa tre minuti quando Armani guadagna l’uscita di scena mentre a bordo parquet resta a soffrire l’altro patròn (Matteo Bonetti, ndr).
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