Elisa Filippini inviata speciale al Festival di Sanremo per raccontarlo ai non vedenti

Una settimana incredibile, come può esserlo quella vissuta in prima persona nel cuore pulsante del 74° festival di Sanremo, dove Elisa Filippini è stata catapultata da Rezzato, cittadina dove vive con la famiglia, con altri cinque studenti che frequentano come lei il corso di Comunicazione e Marketing dello Iusve (Istituto universitario salesiano Venezia- Verona) e l’operatore radiofonico di Cube, la radio universitaria. Il tutto per un’esperienza di didattica sociale.
Scopo sociale
A raccontarla è la stessa studentessa ventenne, che sta elaborando solo ora i giorni vissuti «come fossi in un vortice» nella città dei fiori, a contatto con artisti famosi e amati da tutti.
Un’esperienza didattica molto importante guidata da Marco Sanavio, direttore della comunicazione Iusve, in collaborazione con Rai Pubblica utilità, finalizzata a un preciso scopo sociale: rendere il festival di Sanremo totalmente inclusivo, raccontandolo a persone non vedenti o sordomute grazie alla realizzazione di contenuti specifici.
Strisce che quotidianamente sono state poi trasmesse: dai video sottotitolati per i sordomuti su Rai Play ai contenuti su Rai Play Sound per i non vedenti. «Quelli per i non vedenti, ad esempio - spiega Elisa - sono racconti ricchi di ogni dettaglio: i colori dei luoghi, gli abiti, le scenografie, il tutto per far "vedere" ciò che le persone non potevano vedere. In questo senso si sono dimostrati assai disponibili Emma e Diodato, i cui racconti erano ricchi di sfumature personali, soprattutto in merito alle emozioni da tenere a bada sul palco».
Per realizzare i podcast i giovani studenti hanno trascorso le giornate fra l’Ariston, piazza Colombo e la sala stampa intitolata a Lucio Dalla per le interviste. «In particolare - afferma Elisa - mi rimarrà nel cuore quella con Amadeus, al quale è andato il premio "Ethical champion" di radio Cube per l’uso etico e adeguato dei social media: ha una sensibilità straordinaria verso le persone che non possono vedere o sentire. La stessa sensibilità che ha Mr. Rain nel raccontare storie di fragilità».
Frenesia
Ma le giornate a Sanremo com’erano? Elisa non ha dubbi: «Sono state frenetiche, c’era un caos enorme per una macchina organizzativa mastodontica, che mi ha permesso di vivere un’esperienza incredibile dietro le quinte: mi hanno fatto capire l’enorme lavoro e il numero incredibile di persone che servono per realizzare la manifestazione da sempre più amata dagli italiani».
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