Dalla console alla cattedra, dj Motta insegna a mixare ai disoccupati

Dalle console dei club internazionali alle aule formative di Flero, per insegnare il mestiere alle nuove generazioni, ma anche a chi, perso il lavoro, cerca una professione nuova o vuole affinare la propria esperienza. È il percorso intrapreso da Gianluca Motta, storico dj bresciano classe 1974, che in collaborazione con Mestieri Lombardia (agenzia per il lavoro accreditata da Regione Lombardia) sta tenendo un corso dedicato al mondo dell’intrattenimento musicale nell’ambito dei percorsi Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), totalmente finanziati per gli utenti disoccupati.

L’obiettivo è proporre strade professionali alternative, lontane dai percorsi più battuti ma capaci di offrire sbocchi reali.
«L’idea era ragionare su iter formativi diversi dal solito, che potessero aprire strade nuove, anche in settori considerati “non convenzionali”. Tra questi c’è sicuramente l’intrattenimento musicale», spiega Motta.
Il progetto è partito a inizio novembre e rientra nei corsi dedicati alle nuove professioni, tra cui dog sitter, nail artist, fitness trainer e dj. I corsi sono gratuiti e finanziati da Regione Lombardia per chi è disoccupato da almeno due anni, aperti anche a chi parte da zero; per chi invece ha già un’occupazione e un’infarinatura minima, esistono percorsi a pagamento, più ristretti e approfonditi. Il prossimo corso partirà il 12 gennaio.
Dal successo alla restituzione

Davanti a un caffè, nel bar sotto casa nel quartiere Don Bosco dove è cresciuto, il dj ripercorre una carriera che dura ormai da 37 anni, con la voglia, oggi più che mai, di restituire qualcosa. «È stata una grande sorpresa – racconta –. Arrivato a un certo punto della carriera penso che sia anche una soddisfazione trasmettere le proprie conoscenze a qualcuno che arriverà dopo di te. Ho incontrato persone stupende. I ragazzi mi stanno sorprendendo», racconta Motta.
Tra le storie che lo hanno colpito c’è quella di un iscritto di 57 anni, rimasto senza lavoro dopo il fallimento dell’azienda. «Ha voluto dedicare questo periodo all’amore della sua vita, la musica. Questa cosa mi ha emozionato».
Il dj spiega di voler offrire un’infarinatura tecnica solida, ma anche una visione realistica del mestiere. «L’associazione dà tante possibilità, ma soprattutto cerco di trasmettere ciò che ho imparato in 37 anni di carriera. Questa professione emoziona, ma comporta rinunce, critiche, sacrifici. Da fuori sembra tutto patinato, ma non è così».
Il panorama musicale
E aggiunge: «È bello rivedersi nei loro sogni. Quando ho iniziato eravamo una cinquantina di dj bresciani, oggi penso di essere rimasto l’unico a farlo ancora». Motta si sofferma anche sul momento storico del settore musicale. «Non penso che le discoteche siano in crisi. Girando club italiani ed europei non vedo tutta questa difficoltà. Vedo invece una crisi di contenuti e di idee, non solo musicali. Oggi c’è musica di qualità enorme. Basta solo avere voglia di scoprirla e non fossilizzarsi su ciò che già si conosce».
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