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Il «Diavolo Rosso» crea penne in legno che sono opere d’arte

Gianantonio Frosio
L’ex maresciallo del 6° Stormo di Ghedi Guido Giordano coltiva la passione con la moglie Rita Trigiani
Guido Giordano e Rita Trigiani - © www.giornaledibrescia.it
Guido Giordano e Rita Trigiani - © www.giornaledibrescia.it
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Italia, terra di santi, poeti e navigatori. Ma anche di penne: alla molisana, all’arrabbiata, d’aquila, d’oca, degli Alpini. C’è anche Penne, Comune di 11.000 abitanti in provincia di Pescara. E poi i modi di dire: Esopo ammoniva che c’è sempre qualcuno pronto a farsi bello con le penne del pavone; come quei vanitosi che, per fare i galletti, gonfiano le penne. Chi ama l’azzardo, invece, le penne rischia di lasciarcele.

E le penne per scrivere? A tuffo, stilografiche, a sfera, roller, gel, digitali. A Ghedi c’è chi le fabbrica di legno. Belle, eleganti, raffinate: le costruisce, a casa sua, Guido Giordano che, insieme al la moglie Rita Trigiani, ha trasformato un passatempo in arte.

La storia. Innanzitutto due parole su questa dolcissima, garbata e riservata coppia, che ricorda l’immagine biblica «Duo in uno erunt».

«È il nostro modo di vivere la coppia: insieme». Un’unione spirituale diventata quasi fisica: quando camminano per il paese si fatica a capire dove finisce l’uno e inizia l’altra. Ci fossero i Coma_Cose a cantare «Cuoricini», il quadro sarebbe perfetto: il proverbio «Dio li fa e poi li accoppia» sembra fatto apposta per loro.

Alcune creazioni
Alcune creazioni

Lui è un ex militare, un Diavolo Rosso. In pensione, ma pur sempre Diavolo Rosso. Gli uomini e le donne del 6° Stormo, infatti, hanno un principio, quasi un dogma: «Diavoli Rossi un giorno, Diavoli Rossi sempre». L’età, lo status e le circostanze non contano. Il «titolo» è come un diamante: per sempre.

La svolta

«Lavoravo alla base di Ghedi - racconta -: maresciallo in forza al 6° Stormo dell’Aeronautica militare. Nel 2015 ho pensato a qualcosa da fare al momento di appendere la divisa al chiodo e andare in pensione». E così ha fatto, mentre si rilassava.

«Un giorno, al mare, ho incontrato un artigiano che costruiva penne in legno - continua -. Il modo e la precisione con cui muoveva le mani, il pezzo grezzo che un poco alla volta si trasformava in una penna mi hanno stregato. L’ho osservato, ho chiesto consigli, poi, tornato a casa, insieme con mia moglie ho provato anch’io: sono passati dieci anni e siamo ancora qui».

I segreti del mestiere

«Come si costruisce una penna? Innanzitutto bisogna procurarsi il materiale. Legno o comunque qualcosa di particolare: un ramo di ulivo preso a Gerusalemme, il tutolo di una pannocchia raccolta nei campi, il gambo di una rosa, i gusci di pistacchio che poi vanno compressi a formare un tutt’uno. A volte è complicato: il legno d’ebano, ad esempio, non lo trovi dietro l’angolo. Altre volte è più facile: mi capita di girare per i vicoli del paese, chiedendo pezzi di legno a chi sta potando questa o quella pianta».

E una volta ottenuta la materia prima? «La faccio seccare, poi la metto su un piccolo tornio dal quale ottengo la forma voluta. Proseguo facendo con un foro al centro, nel quale inserisco l’anima in ottone. Infine la punta: faccio penne a sfera e stilo, ma anche "matite infinite", con una punta particolare, che non si consuma».

Contrariamente ai diavoli normali, che fanno le pentole, ma si dimenticano sempre i coperchi, Guido, che è sì un Diavolo, ma Rosso, completa tutti i suoi manufatti, con tanto di fermaglio e cappuccio. Il prodotto, insomma, è chiavi in mano.

«Cosa ne facciamo di tutte queste penne? A volte le regaliamo. Altre volte le esponiamo nei mercatini del Nord: lavoriamo in connessione con associazioni che raccolgono fondi da devolvere per progetti benefici».

Ma c’è qualcuno che poi chiede penne particolari. «Su richiesta le personalizziamo con nomi o dediche. Abbiamo appena finito una penna commissionata da una ragazza che vuole usarla per firmare gli atti ufficiali in Comune il giorno delle sue nozze. Dopo il gran giorno del sì la terrà come soprammobile, a ricordo di quello che, le auguriamo, sia il giorno più bello».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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