Brescia, un mercato votato alla ricerca di una nuova identità
Sarà una specie di rivoluzione? A guardare l’elenco dei possibili partenti, potrebbe anche essere. Ma per cominciare, la certezza è che il mercato - aprirà ufficialmente il 3 gennaio - nelle intenzioni, dovrà essere condotto per portare prima di tutto a una evoluzione, quali e quanti siano i giocatori in partenza e quelli in arrivo. Le voci partenze-arrivi sono tra l’altro strettamente correlate perché una rosa di 28 giocatori con 11 giocatori di movimento pochissimo o mai impiegati, non può assolutamente essere appesantita, ma anzi va principalmente sfoltita e poi razionalizzata con elementi funzionali. Ma funzionali a cosa? A dare uno sviluppo e nuovi sbocchi identitari a un Brescia che ha il suo pezzo forte nel gioco di ripartenza: un grande classico che non ci si stanca mai di apprezzare pensando al rendimento in trasferta, ma che funziona tanto quanto un disco rotto quando si ragiona su prestazioni - e di conseguenza risultati - in casa.
Per puntare in «altissimo» occorre assolutamente cambiare il passo e per farlo occorre avere a che fare con un Brescia diverso. Che poi questo, come ormai è noto, è uno degli elementi che hanno portato Cellino a manifestare un po’ di malumore nonostante una posizione di classifica che a oggi significherebbe Brescia in serie A. E al di là di qualcosa che può essere mancato a Inzaghi, di certo, qualcosa per rendere le rondinelle capaci di dettare legge in casa loro, manca anche a livello di rosa. Tra qualità - soprattutto in mezzo al campo - e personalità. Che bisogna cercare di accrescere. Tutti approfondimenti che - anche se le bocche restano completamente cucite - l’hanno fatta da padrone nel vertice Cellino-Inzaghi-Marroccu di due sere fa.
Le idee
La volontà del Brescia a quanto pare è di muoversi a fari spentissimi sulla scena del mercato, ma qua e là, rispetto a quanto si raccoglie esternamente al club di via Solferino attraverso gli addetti ai lavori che intercettano rumors e movimenti, dati i profili che si stanno seguendo, viene abbastanza automatico ipotizzare che il 4-3-3 delle ultime uscite possa essere accantonato, o perlomeno non essere più una opzione primaria. Ma al di là dei numeri di modulo come detto l’evoluzione dovrà essere prima identitaria. Facendo un po’ il punto della situazione, si sta cercando di stringere per le uscite di Spalek (Crotone) e Mateju con l’intento di sistemarli già in tempo per il primo giorno di mercato. Mentre il primo quest’anno ha trovato pochissimo spazio, non è banale l’addio del secondo (titolarissimo). Il non eccelso tasso qualititativo al di là di apprezzabili miglioramenti, fa sì che possa essere rimpiazzabile andando anche a migliorare: sarebbe così se si realizzasse il ritorno di Arturo Calabresi, tra i migliori - fu apprezzatissimo anche a livello umano trattandosi di un ragazzo esemplare - del «Boscaglia I» nell’anno della rifondazione e che dopo i suoi «high» in carriera con le esperienze al Bologna e in Francia all’Amiens, non ha avuto fortuna al Cagliari e ora Lecce.@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Decollo
La pista, concreta, si era molto affievolita tanto da essere stata data per tramontata, ma le ultime raccontano delle possibilità di nuovo decollo. Dietro è in partenza anche Chancellor che non ha trovato l’accordo per il rinnovo. Si guarda anche in questo caso agli esuberi in serie A: nel calderone dei vagliati (come nel caso di Mateju andare a migliorare o almeno a pareggiare è possibile) ci può stare anche il nome di Marco Modolo che non gioca a Venezia e che è già stato allenato proprio da Inzaghi tra i lagunari. E tra i lagunari, il grande sogno (come di mezza B) è Francesco Forte che Cellino già corteggiò in estate: il giocatore preferì provare a giocarsi le sue carte in A.
In attacco è ormai ben chiaro ciò che era chiaro da un po’: si cerca su una punta realizzatrice. Gli altri nomi sono quelli di Mancuso e La Mantia con sullo sfondo la suggestione Torregrossa. Per i primi tre è lotta serrata e incrociata con Lecce e Pisa. A proposito del Lecce: interessa ai salentini (che non si vuole andare a rinforzare) Bajic, ovvero il giocatore che qui si considera sacrificabile. Allo stato attuale però Bajic vorrebbe non partire. Infine, il centrocampo: si cerca per cominciare una mezz’ala mancina, ma in base a quel che si troverà si deciderà se operare anche nel ruolo di play. E se queste sono le figure che il Brescia cerca di individuare significa che oltre alla dogmatica difesa a 4, di certo si vorrà proseguire anche con la disposizione a 3 in mezzo. Alla ricerca di un’identità più definita: al di là di nomi e numeri, per ora ci accontentiamo di un’unità d’intenti che da queste parti, durante le ultime due sessioni invernali (pagarono Corini e Dionigi), era purtroppo rimasta un miraggio.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato




