Brescia, tutto si fa in una sera: in palio c’è ancora un sogno

Eccoci. Ci siamo. È arrivato il momento di liberare le riserve d’adrenalina e dare alle ambizioni una forma. È arrivato il momento di capire di che pasta è fatto il Brescia. Ore 18, stadio «Rigamonti»: è lì il ritrovo per provare a scrivere una pagina di bella storia che consenta di aggiungere altri capitoli a una stagione il cui epilogo è in bilico tra un finale da magone e uno da «non succede, ma se succede...». Da dentro o fuori: quest’anno ne abbiamo descritte tante di partite che sarebbero dovute essere tali, ma che poi non lo sono in realtà diventate perché è accaduto che il campionato più pazzo del mondo concedesse sempre un’altra chance: è andata così 37 volte su 38.
La sfida
Ma adesso, non ci si scappa per davvero: col Perugia ospite, il Brescia ha due risultati su tre. Bisoli e compagni passano e si preparano alla semifinale col Monza se vincono, ma anche se pareggiano (in questo caso però dopo eventuali supplementari). Pomeriggi così, nei quali ritrovarsi a vivere una finale anche se sottoforma di un turno preliminare play off, ne capitano pochi: è un carpe diem anche per una piazza che pur pigramente negli ultimi giorni ha iniziato a sentire l’appuntamento. E il dato ufficioso circolato ieri mattina di circa 9.000 tagliandi già staccati, induce a pensare che ad arrivare a stasera si possa arrivare almeno a toccare quota 10.000 presenze (forza: c’è ancora tempo): è qualcosa considerata la freddezza a tratti glaciale che ha fatto da sfondo alla corsa del Brescia. Non è mai troppo tardi per abbracciare un sogno e regalarsi felicità. È una squadra, il Brescia, che in certi momenti - nel quadro di una stagione piena di storture che ci sarà tempo di analizzare - ha saputo stupire, mentre in altri, purtroppo quelli topici, ha quasi costantemente fatto flop.
Numeri
E sistematicamente, è accaduto più per demeriti propri che non per reali meriti altrui: il peggior nemico del Brescia (quante volte lo abbiamo già scritto?) è sempre stato il Brescia stesso. Una «legge» stagionale da sfatare quella che a Bisoli & c tremino le gambe: stasera o mai più. Contro un Perugia che è un avversario simile a una «polpetta avvelenata» (e occhio all’incognita caldo) perché è squadra che ha tutte le caratteristiche - fisiche e tattiche, a partire da asfissianti marcature a uomo (non cambierà pelle solo perché può solo vincere) - per mettere in difficoltà il Brescia, squadra agli antipodi (nonostante numeri simili visto che Grifo e Leonessa hanno seconda e terza miglior difesa e sono la squadra prima e secona per pareggi, 16 contro 15). In più, gli Alvini’s hanno portato con loro la carica di chi l’accredito per il ballo dei play off l’ha staccato in extremis oltre a una dose di voglia di rivalsa per come andò a Mompiano quando il Brescia la ribaltò nel finale. Gli umbri misero nel mirino l’accoppiata arbitrale Miele-Mazzoleni: rivisti gli episodi chiave, confermiamo che i due gialli a Ferrarini furono corrette e che è difficile far passare per rigore il tocco di mano di Bertagnoli al 94°.Ma ci mancherebbe: ognuno pensa per sé e a Perugia han deciso di caricare l’attesa anche su quella partita.
Decisamente diversa l’atmosfera in casa di un Brescia che invece, dopo la delusione patita tra Spal e Cittadella, ha dovuto passare attraverso attimi difficili per «convincersi» che i play off rappresentano un’altra grossa opportunità sulla via delle serie A. E che sono un altro campionato nel quale certi valori - cuore, nervi, gambe - arrivano prima di quelli tecnico-tattici. Come giocarsela? Intanto non pensando a cosa il Perugia può avere più del Brescia, ma a cosa il Brescia ha più del Perugia: va rovesciato il piano. Come a esempio hanno fatto quelli là davanti: Tramoni, Palacio e Moreo. Dovevano essere comprimari, si sono rivelati i più prolifici ed essenziali per pensare di rovesciare ora il destino. Abbiamo un grande sogno...Tutti insieme: forza Brescia!
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