Nazionale femminile di volley, la neo-capitana Danesi: «Sarò pacata, ma da esempio»

C’è per un atleta, ma anche per tutte le bimbe e i bimbi che atleti affermati lo sperano di diventare un giorno, un sogno più bello dell’indossare la maglia della Nazionale? Probabilmente arrivare a quei colori e divenirne capitano. Qualcosa di tanto grande che solo a pensarci un po’ toglie il fiato. Figuriamoci se si realizza. Anche se ti chiami Anna Danesi e sei tra le migliori centrali al mondo, anche se hai già disputato e vinto grandi competizioni, se ti sei già misurata con rettangoli di gioco e trofei pesanti.
Stupore
«Mai avrei immaginato una cosa simile - ammette Danesi, da una decina di giorni ufficialmente capitana dell’Italia femminile - è stata una sorpresa enorme, giunta qualche mese fa. Il ct Velasco mi ha scritto che avrebbe avuto bisogno di parlarmi di questioni organizzative e tecniche, ma quando poi mi ha chiamato, scambiati i saluti, mi ha detto: “Ho pensato di farti capitano”. Poi abbiamo sì parlato almeno 40 minuti di tecnica, ma io non ho praticamente più ascoltato, sono rimasta a bocca aperta, incredula. È un onore, una gioia immensa che porterò dentro tutta la vita, spero di fare bene; di sicuro darò il 1000%, ci metterò tutto il necessario».
Strada
Per la squadra, per un intero Paese. Con fermezza e determinazione. «Non sono un capitano e prima ancora una persona che in campo ha bisogno di urlare. Grinta e voglia di vincere ci sono comunque, ma sono molto pacata, e credo sia la mia caratteristica principale anche quando le cose non vanno bene. Spero che le mie compagne mi vedano come punto fermo. Che percepiscano anche nei momenti delicati e sappiano che io ci sono, sono qui, "cazzuta", anche se pacata».
«So anche di essere la ragazza che tutte le bambine guardano, di avere un ruolo che tutti sognano - prosegue la roncadellese classe ’96 - sento di rappresentare prima di tutto loro, e mi auguro di essere un buon esempio». Inevitabile chiederle se, tra i suoi capitani, vi sia qualcuno a cui si ispira, a cui vorrebbe assomigliare: «Tra quelli che ho avuto negli anni direi Myriam (Sylla, ndr): è stata molto brava nel suo ruolo, mi piacerebbe prendere le sue caratteristiche migliori e farle mie, mettendoci la mia impronta».
L’investitura di Danesi coincide con il nuovo corso a guida Velasco che parte con la Nations League - prima tappa in corso in Turchia, anche con un’altra bresciana, Camilla Mingardi - per un obiettivo ancor più grande: la qualificazione ai Giochi di Parigi. «Senza la Nations a Parigi non ci andiamo, non abbiamo neppure il tempo di sentire la pressione, dobbiamo fare più punti possibili da subito, consce che ci attendono squadre forti che non ci daranno vita facile. Dobbiamo ancora rodare i meccanismi e mancano alcune ragazze, ma sono molto fiduciosa, e spero di tornare a vedere la solita Italia, che mi manca un po’. Servirà la migliore versione di tutte noi, ma sono sicura che si vedrà una bella squadra».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
