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Suazo-Marino è già sfida generazionale e di «resistenza»

Il tecnico più giovane della B lancia il guanto di sfida a uno dei più esperti, che però Cellino, appena arrivato a Brescia, silurò
In sella. David Suazo è la scommessa di Massimo Cellino
In sella. David Suazo è la scommessa di Massimo Cellino
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Punti di contatto: il ruolo, l’essere ex giocatori, l’essere riservati, l’idea di un calcio propositivo, il Brescia. E stop. A dire il vero ci sarebbe anche Massimo Cellino, ma sul tema è più che probabile che il punto sarebbe più che altro di non ritorno: le esperienze con il presidente del Brescia di David Suazo e Pasquale Marino, sono, e sono state, troppo differenti.

David Suazo e Pasquale Marino sono sostanzialmente due figure a sé stanti: Spezia-Brescia di sabato, sarà prima di tutto uno scontro generazionale. Da una parte, quella degli ospiti con la V bianca, c’è il tecnico più giovane della serie B con i 38 anni compiuti di Suazo mentre dall’altra, Marino è tra i seniores con la sua categoria. Ben diverso, ovviamente, anche il bagaglio di esperienza che si portano appresso: per l’honduregno 3 panchine, due delle quali di Coppa Italia tra i Pro, per il siciliano 723. Dalla parte del Brescia un allenatore in corsa per emergere e affermarsi come tale, da quella dei liguri un allenatore che cerca rilancio dopo una serie di delusioni. L’ultima collezionata proprio al Brescia dove Cellino lo chiamò, preferendolo a Cosmi nel ballottaggio, dopo il primo esonero di Boscaglia: erano passate 8 giornate dall’inizio della stagione. Marino arrivò firmando un biennale e «per mettere basi di serie A».

Il progetto rimase solo carta che venne poi cestinata durante la sosta invernale e dopo che Marino chiuse l’andata con 13 punti in 13 partite. Colpì la tempistica dell’esonero: al ritorno dal ritiro di una settimana a Latina, dove l’allenatore di Marsala si aspettava di vedere arrivare giocatori su giocatori dal mercato di riparazione, quelli che nella sua testa avrebbero fatto decollare la sua idea di gioco e quindi la classifica. Marino e Cellino non si intesero sull’impostazione tattica da dare la squadra, o almeno questo era il pretesto.

Sta di fatto che arrivederci e grazie con un divorzio carico di rabbia e un contratto rescisso in maggio, nella settimana che portava alla partita salvezza del Brescia ad Ascoli. Retroscena: poco prima della rescissione, circolavano voci di un’idea di Cellino di esonerare Pulga per ridare a Marino la squadra per l’ultima battaglia. Marino, col braccio di ferro per la rescissione col Brescia che ha riguardato anche il suo staff «liberato» solo a luglio, non ha mai voluto rilasciare dichiarazioni sulla sua avventura al Brescia: ora, la resa dei conti avverrà sul campo.

Anche Suazo (e questo in effetti può essere un punto di contatto in più) è stato scelto da Cellino, ma i presupposti della chiamata dell’honduregno preferito in ultimo a Christian Brocchi col quale c’era stato ben più di un contatto tanto che si era persino arrivati a una sorta di accordo sulla parola, sono molto diversi da quelli che animarono la scelta Marino. Certo, la base è sempre quella dell’idea serie A, ma il senso di Suazo al Brescia è tutta scritta nel Dna di Cellino che ama plasmare e lanciare nuovi allenatori piuttosto che lasciarsi guidare da un esperto: certo che anche per Suazo sarà una «gara di resistenza» come per tutti i tecnici che hanno lavorato con il patròn sardo, ma l’honduregno al di là di idee, personalità e fisico per il ruolo, ha come punto in più la ferma volontà del pres di vincere a tutti i costi la sua scommessa per la panchina, il che significa dover supportare al 100% il mister. Intanto, Spezia-Brescia è già sfida generazionale e di resistenza.

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