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I bresciani a Tokyo: Marcell Jacobs

L'atleta più atteso: meno di 10 secondi per scrivere una pagina di storia
Marcell Jacobs - Foto © www.giornaledibrescia.it
Marcell Jacobs - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Alzi la mano chi, appena sette mesi fa, avrebbe detto che alla vigilia dei Giochi olimpici, l’azzurro più atteso a Tokyo sarebbe stato un bresciano. Il posticipo di un anno dell’appuntamento a cinque cerchi ha catapultato Marcell Jacobs in una nuova dimensione, così il gardesano si presenterà in Giappone per scrivere la storia.

Mai prima d’ora un italiano ha occupato una delle otto corsie della finale olimpica dei 100 metri. Jacobs non solo può riuscirci, ma può giocarsi anche la medaglia se dovesse confermare in terra nipponica quanto di buono sfoderato da maggio in poi.

Cresciuto sul Benaco dove è stato svezzato a pane e salto in lungo, Jacobs - a 27 anni già padre di Anthony, Jeremy e Megan - per diventare grande si è trasferito a Roma, dove si allena agli ordini di Paolo Camossi, e ha lasciato la pedana e la sabbia per dedicarsi esclusivamente ai 100. Fino all’anno passato temeva i confronti diretti e si scioglieva nelle occasioni più importanti, negli ultimi dodici mesi si è trasformato. Il brutto anatroccolo è diventato un cigno, dapprima col titolo europeo al coperto sui 60 metri, poi col record italiano dei 100 metri stabilito a Savona in maggio, quel 9"95 che lo ha proiettato nel gotha della velocità.

«Da quando vivo a Roma la mia carriera ha preso una svolta. Sono cresciuto sul piano fisico e sono migliorato di testa e nell’approccio alle gare, anche grazie all’aiuto di una mental coach».

La frase. La finale dei 100 metri sta alle Olimpiadi come i tiri dal dischetto stanno alla finale di un Mondiale di calcio. Sono il momento più visto in assoluto, dieci secondi che aprono le porte alla gloria eterna. «A Pechino, Londra e Rio c’era un favorito, ossia Usain Bolt, e tanti sfidanti che partivano un gradino sotto. Da quando il giamaicano si è ritirato la velocità non ha più un padrone indiscusso». I favoriti sono gli statunitensi Bromell e Baker, il sudafricano Simbine e il canadese De Grasse, ma subito dopo di loro c’è Jacobs, che a Montecarlo ha anche battuto alcuni dei rivali blasonati. L'obiettivo. «Vado a Tokyo per fare una volata alla volta. In batteria penserò a passare il turno, in semifinale a conquistare un posto tra gli otto, poi in finale tutto può succedere». L’appuntamento con la storia è domenica 1 agosto alle 14.50 italiane. Comunque vada sarà un successo già esserci: «Se voglio ambire a qualcosa di pesante dovrò lavorare sullo start e sui primi appoggi. Poi nella fase lanciata sono già più a mio agio». Smaltita la fatica individuale sarà tempo di pensare alla staffetta, dove Jacobs dovrebbe essere schierato in seconda frazione sul contro rettilineo. «Con la 4x100 azzurra possiamo toglierci più di qualche soddisfazione, l’importante è non fare pasticci col testimone. Se i cambi ci escono bene possiamo lottare con chiunque». Correre forte fino al traguardo. Bastano meno di 10 secondi per diventare immortali.

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