Calcio

Südtirol-Brescia, parlano i dati: la lentezza di manovra penalizza le rondinelle

La fotografia nei dati di Kama Sport: Brescia in perenne controllo e il Südtirol vittima passiva del giro-palla ammaliante dell’avversario
Un momento della sfida Südtirol-Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Un momento della sfida Südtirol-Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Leggendo i dati, la traccia che si ricava è quella di una gara a senso unico. Col il Brescia in perenne controllo e il Südtirol vittima passiva del giro-palla ammaliante dell’avversario.

La squadra di Aglietti, non più l'allenatore del Brescia dopo l'annuncio del clamoroso ritorno di Pep Clotet, ha tirato di più (14 tentativi contro 8, fonte Kama Sport) e ha tenuto di più il pallone (62% il dato sul possesso). L’appunto mosso dall’allenatore toscano alla vigilia («non mi interessa il possesso fine a sé stesso, dipende soprattutto dalla zona di campo in cui si sviluppa») è opportuno, ma anche qui il Brescia ha fatto meglio: il 43% dello sviluppo di manovra complessivo è avvenuto in proiezione offensiva, i trentini si sono «fermati» al 38%.

Potremmo continuare quasi all’infinito: la rete di passaggi delle rondinelle doppia quella biancorossa (580 scambi di palla per Dimitri Bisoli e compagni, meno della metà, 249, per il Südtirol), con un indice di precisione pari all’88% (73% quello dei bolzanini). Il Brescia ha saltato di più l’uomo (17 a 8 i dribbling riusciti) e ha prodotto più passaggi chiave: 3 a 0.

I nodi

Come si spiega, dunque, un’impressione dal campo totalmente dissonante da questa presunta supremazia espressa in numeri? Con una «falla» nel sistema. Un ingranaggio inceppato nel meccanismo squadra. Il tempo medio impiegato per costruire un’occasione da rete è stato di oltre 17 minuti, 7 in più del Südtirol. In B soltanto il Cosenza fa mediamente peggio, ma al Druso il Brescia non è riuscito nemmeno a eguagliare i propri standard, pari ad una media di 7 minuti di frequenza di chance da rete in tutto il campionato. Ciò significa che il volume di gioco c’è stato, ma sono mancate qualità e lucidità per sintetizzarlo in pericolo tangibile per l’avversario. Colpisce il dato sui gol attesi: nettamente maggiore, malgrado la sostanziale sterilità, quello del Brescia, pari a 1.16.

Il risultato

Prospettiva ribaltata dal punteggio finale, nel quale il Südtirol ha tramutato il suo «misero» 0.35 di expected goals in un «1» pieno valso un successo pesantissimo. Massima resa col minimo sforzo: i biancorossi hanno trovato la rete con due sole conclusioni nello specchio (le stesse del Brescia, che di certo non ha brillato per precisione). Il «merito», se così si può definire, è anche di Luca Lezzerini, autore di una grave topica (l’ennesima di questo periodo) sulla conclusione non irresistibile di Rover. Il portiere romano non fornisce garanzie ed è diventato a tutti gli effetti un caso: tra i pari ruolo che in questa B hanno collezionato almeno 700 minuti, l’ex Venezia è penultimo nella graduatoria della percentuale di parate. «Lezze» intercetta il 64.71% dei tiri indirizzati verso il suo specchio: la linea di galleggiamento, ovvero la media in cadetteria, si attesta al 72.82%. In questo gap è racchiuso uno dei tanti problemi (di certo non l’unico) di questo Brescia.

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