Calcio

Serse Cosmi tra palco e realtà: «L’Union ce la può fare»

Fabrizio Zanolini
L’ex allenatore del Brescia ieri sera ospite a Taletutto: «Ho allenato in tante piazze, ma come Brescia ne ho trovate davvero poche»
Serse Cosmi - © www.giornaledibrescia.it
Serse Cosmi - © www.giornaledibrescia.it
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Dalla panchina al palco. O, per dirla alla Ligabue, tra palco e realtà. Serse Cosmi, ospite ieri sera a Teletutto per Parole di calcio, è in versione «one man show». L’uomo del fiume, con il suo spettacolo «Solo Coppi temo» – un motto del padre defunto, fanatico delle due ruote a pedali tanto da chiamare il figlio Serse come il fratello di Coppi che morì dopo una gara – che dall’anno scorso sta portando in tutti i teatri d’Italia narrando le proprie storie di calcio e di ciclismo condite da memorie personali (l’appuntamento è per domani alle 20.45 al Teatro Santa Giulia in via Quinta 4 al Villaggio Prealpino, biglietti da 21 a 27 euro su liveticket.it) resta sempre legato a Brescia, che ha imparato a conoscere e ad apprezzare nel suo periodo (tra il febbraio del 2007 e il settembre del 2008) alla guida delle rondinelle.

E se il ciclismo, di cui lui stesso è un super appassionato, è diventato il suo sport più seguito dopo aver abbandonato il ruolo di allenatore, il mondo del pallone resta comunque una grossa fetta della sua vita (quasi mezzo secolo dei suoi 67 anni) e le vicende legate al Brescia lo incuriosiscono ancora.

«Il calcio di C mi appassiona di più – afferma Cosmi –. Come ho seguito le drammatiche vicende estive? Beh, mi interesso sempre al Brescia e gli amici che ho qui mi tenevano informato. È stata una mazzata. Ma sapete che vi dico? Io credo che qui possa ripartire non solo una squadra, ma un’idea, una città, una tifoseria, dopo l’umiliazione che ha subito e che Brescia non meritava. Sapete cosa ho ritrovato qui? La Curva del Brescia, che in C è una cosa strepitosa. Ho allenato in tante piazze, ma come Brescia ne ho trovate davvero poche. Dovete riuscire - afferma guardando Maistrello, anch’egli ospite di serata - ad entrare dentro la gente. E poi, sapete qual è l’altra parola magica? Complicità. Tra giocatori, tra giocatori e l’allenatore. Tra tutti. È tra le cose più difficili da realizzare, ma se arriva fa vincere i campionati».

Poi, un plauso anche per Diana («che io vidi in campo in una delle sue prime partite contro il mio Perugia»), con una specifica: «L’allenatore è bravo, ma soprattutto è fortunato se lavora in società seria. E questa è una società seria e forte. Chiaro, il Brescia non ha ancora vinto il campionato, ma il Vicenza – sorride – è esperto nel perderli alla fine. Quindi, toccando ferro, le prospettive ci sono tutte...».

Serse Cosmi ai tempi del Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Serse Cosmi ai tempi del Brescia - © www.giornaledibrescia.it

Poi, è tutto un susseguirsi di aneddoti e risate. «Dovevo arrivare al Brescia già nel 2002, mi voleva a tutti i costi Corioni. Trovammo in segreto un accordo, ma avevo ancora due anni di contratto con il Perugia e Gaucci, che venne a saperlo, affermò che chi mi voleva doveva pagarmi come Ronaldo il fenomeno. Mi chiamò Corioni e mi disse che, per quella cifra, allora comprava davvero Ronaldo».

La chiosa è sul dualismo con il Vicenza. «Tra una squadra che aveva solo certezze ed un’altra che arrivava da una ricostruzione, in fondo il divario non è poi così largo – afferma Cosmi –. E il campionato è ancora lungo...». Parole obiettivamente realistiche. Tra palco e realtà.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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